venerdì 30 novembre 2007

i bimbi bravi non piangono


è istruttivo vedere o ri-vedere i programmi del recente passato...per esempio, una puntata di Satyricon, il programma di Daniele Luttazzi...nel 2001, si diceva "il leader dei DS, Walter Veltroni...", oggi, che Veltroni è leader del PD, a parte le retoriche critiche da destra, al momento delle primarie sembrava si parlasse di lui come di qualcosa di inedito e sorprendente...e poi l'intervista a Marco Travaglio, fresco di pubblicazione del libro "l'odore dei soldi"...uno dei motivi per i quali venne impedito a Luttazzi di continuare ad apparire in tv, una vergogna parlare dei tanti misteri e processi gravitanti intorno e sul di nuovo candidato Berlusconi in prossimità delle elezioni, per carità, non esiste diritto (anzi dovere) di informazione e dovere (anzi obbligo) di rendere conto da parte dei personaggi pubblici, giustizia ad orologeria e tante altre amenità...comunque, un'intervista eccezionalmente civile e posata, di gran lunga meglio di molti attuali talk-show come Otto e mezzo o Ballarò dove si grida volentieri, niente facili accuse o atteggiamenti aggressivi (a parte l'affermazione di Luttazzi, che ha detto "fa piacere vedere un uomo libero in questa Italia di merda"...ma che credo sia difficile da condannare per questo...perché è ancora un'Italia di merda)

poi..come vengono poste le notizie..."l'incontro di Veltroni con Berlusconi"...oggi è il giorno in cui dovrebbe tenersi, dopo una settimana di colloqui con gli esponenti della destra...è evidente che passa il messaggio che in posizione di forza si trova lui, Walter, è lui che incontra gli altri, non viceversa...e anche Berlusca fa la figura dell'ospite...

il sindaco di Milano, Letizia Moratti, è indagata per assunzioni e consulenze strapagate, abuso d'ufficio, e altri collaboratori invece per concussione...denunciati da un esposto di un ex-dipendente...pare che i 12 (o 14, non ricordo esattamente) funzionari costretti a dare le dimissioni, accettando un pre-pensionamento a fronte di un ventilato declassamento, per fare posto ai nuovi favoriti, abbiano reso testimonianze concordanti, ma la Letizia è tranquilla e dice che rifarebbe tutto...non ho dubbi, si contano sulle dita di una mano coloro che sono riusciti a vergognarsi...perché qualcuno c'è stato, vero?

(iniziano le prime nebbie, ormai rare, nonostante il mito della pianura padana nebbiosa continui a resistere e a creare racconti e film...l'intimità, il silenzio, un albeggiare docile, giallo e rosa sui campi di riso e granturco che compaiono appena fuori dalla città...il Ticino che sembra respirare, scaldarsi le mani e le sponde col fiato tiepido, come se volesse aprire gli occhi ancora assonnati...oggi c'è il primo sciopero generale dei trasporti pubblici, fermi treni, aerei, navi, bus e metropolitane, protesta sacrosanta contro l'inesistente politica dei trasporti in Italia, che ormai compie trent'anni di disagi, ma il traffico è lento e dolce, sembra un giorno di festa...forse lo è...)

mercoledì 28 novembre 2007

il resto di niente (o la cosa chiamata poesia/10)

il rock, la musica, gli weezer che passano

lo specchio da cui torno sconfitto

il giornale come sottopiatto

un solo foglio, annunci, enigmi

bar di panini e silenzi, veloci

di resoconti e liti, veloci

mangiare senza sporcare, parlare senza rumore

le ciabatte della matura cameriera

"avvocato è per lei", "1/2 litro di acqua gassata"

la cravatta un rosone blu antico

c'è qualcosa del nobile napoletano in lui

poi, il barman come un uccello stridulo e veloce

oggi piove, sembra la fine

giovedì 22 novembre 2007

spigolature


annoto sparsamente, impressioni da giornali radio, interviste, letture:

- in Inghilterra sono andati smarriti dalle efficientissime poste inglesi due CD contenenti dati coperti da "privacy" di circa 25 milioni di persone. il Ministero del Tesoro aveva raccolto sui supporti i dati individuali, bancari, familiari ecc.ecc. delle famiglie che avevano chiesto il sussidio per le coppie che hanno figli, spedendoli incautamente tramite un normale corriere. tra l'altro, la notizia è stata resa pubblica circa un mese dopo il fatto. si temono crisi bancarie, dovute alle massicce richieste di cambiamento di conto corrente da parte delle "vittime". tra le altre cose, mi colpisce l'elevato numero di coloro che chiedono il sussidio. metà degli inglesi, mica quattro gatti. qui da noi, fughe di notizie, intercettazioni pubblicate, plateali menzogne e contraddizioni, commissioni che saltano (come quella sui "disordini" del G8 di Genova, ad opera di Di Pietro e Mastella) tutto passa o sembra passare impunito e gioioso. Italia sì, Italia no, Italia gnam, se fàmo dù spaghi cantava l'ineffabile Elio...

- i Savoia hanno chiesto, tramite i loro legali, 260 milioni di Euro come risarcimento per i danni morali dovuti al lungo esilio. pare anche reclamino qualche proprietà immobiliare, tra le quali il Quirinale...non ci volevo credere. meno male che il portavoce del governo Malinconico (solo di nome) ha detto quello che avranno pensato in molti, compreso me: i danni dovrebbero pagarceli loro, altro che pugnette. non avrei retto ad un buonismo sui "poveri ricchi". come gran finale, degno erede di cotanto padre somigliante ad un grasso bruco, pare che il rampollo Emanuele Filiberto abbia pure aggiunto in una intervista che "i Savoia spenderebbero questi soldi sicuramente meglio dello Stato italiano". devolveranno in beneficenza ma ceeeerto. ora, persino i monarchici (i monarchici!!) si sono vergognati di questa mossa cogliona. meno male, rispediamoli in Svizzera cordialmente, a suon di ceffoni. gratis.

- da una inchiesta ISTAT risulta che: solo il 7% delle donne, ancora oggi, trova la forza e il coraggio di denunciare le violenze subite, e che a seguito delle denunce solo poco più dell'8% dei processi si conclude con delle condanne. vale a dire che meno dell'1% dei responsabili di violenze viene punito. ora, anche volendo mettere tutti i distinguo del caso, mi pare una situazione agghiacciante. la stragrande maggioranza di queste violenze si consuma in ambito familiare, è ormai tristemente noto. con buona pace di coloro che danno la colpa agli stranieri, i quali hanno un posto trascurabilissimo e soprattutto i matrimoni misti avvengono per la maggior parte tra uomini italiani e donne straniere. ho poco altro da aggiungere a quest'altra sbrecciatura nel muro della civiltà. in confronto, le discussioni inutili che ancora si fanno in USA sull'utilità della pena di morte come deterrente a 240 anni dalle opere di Cesare Beccaria, sono degli allegri diversivi...

- secondo voi è violazione della "privacy" venire a sapere che delle intercettazioni telefoniche comprovano che le testate giornalistiche Rai e Mediaset, durante il governo di destra, si accordavano sulle notizie e le modalità di diffonderle? e, anche se lo fosse, bisognerebbe far finta di niente di fronte ad una tale grave evidenza? mannò, al telefono si parla quasi in stato di trance dice il Berlusca, la realtà è un altra cosa, del resto il paese è in mano ai comunisti, e il conflitto di interessi è da 14 anni (14 anni!!) che è come se non esistesse. viene buono solo per alzare di qualche punto percentuale i sondaggi. dulcis in fundo, tutto si può ricondurre ad una operazione di "linciaggio" e "sciacallaggio" nei confronti del Cavaliere. ma, che cazzo, si crederà mica troppo importante il Silvione, da credere che ogni cosa riguardi lui? e già, la realtà è proprio un'altra cosa...

- chiuderei con Sandro Bondi, il coordinatore di Forza Italia o come si vorranno chiamare. riesce nello stesso tempo a somigliare ad un prete, a calimero e ad un malato terminale. solo che invece è un onorevole, scrive (e pubblica) pure poesie e parla con infantile e inespressivo entusiasmo dei sondaggi che darebbero ragione su tutto e sempre a Berlusconi. rimango sempre sbalordito quando lo vedo in qualche trasmissione. perfettamente vuoto ed inutile. quasi lo invidio.

l'Italia è un paese meraviglioso.

lunedì 19 novembre 2007

premio di consolazione


il Silvio a volte devo anche ringraziarlo, Luttazzi è tornato, però l'ex premier continua a farmi ridere molto
questi coup de theatre sono meravigliosi, sfacciati, favolistici:
7 milioni di firme e nasce il "Partito del popolo (Italiano) delle libertà", grazie ai Circoli della M.V. Brambilla.
il Silvio è arrivato secondo in questa decadente gara al finto nuovo, e, ca va sans dire, non amando arrivare secondo, le spara grosse
primo effetto: da oggi mi farà un po' meno schifo il nome Partito Democratico, che tanto mi indignava
meno male
a pensarci bene, il nuovo nome della corte (presunta e auspicata, credo, ma vedo - con soddisfazione - recalcitrante) del Berlusconi somiglia molto a quello del vincente partito della destra nazionalista danese, e devo dire che, a pensarci bene, non posso ignorare il retrogusto grossolano e violento di un nome simile, omnicomprensivo, totalizzante, e, sì, diciamolo senza timore di esagerare, totalitario
Partito Democratico è tautologico, buonista, bamboccione, furbo, con tratti di idiozia, Partito del popolo delle libertà sa di fanatismo, non c'è niente da fare
meno male che la cifra di 7 milioni, a non voler considerare la baracconata, è abbastanza ridicola, e le vignette di Staino (dei giorni 19 e 20 novembre) valgono bene una visita.
il problema, casomai, è la mancanza di umorismo celato dietro, sopra, sotto, dentro il popolo

infine, tanto per pensare:
DISTOPIA: per distopìa (o antiutopìa, pseudo-utopìa, cacotopìa o utopìa negativa) si intende una società indesiderabile sotto tutti i punti di vista. Il termine è stato coniato come opposto di utopìa ed è soprattutto utilizzato in riferimento ad una società fittizia (spesso ambientata in un futuro prossimo) nella quale le tendenze sociali sono portate ad estremismi apocalittici.

Secondo l'Oxford English Dictionary, il termine fu coniato alla fine del XIX secolo dal filosofo John Stuart Mill, che si serviva allo stesso tempo anche di un sinonimo creato da Bentham: cacotopìa. Entrambe le parole si basano sul termine utopìa, inteso come il luogo dove tutto è come dovrebbe essere. Distopìa è quindi l'esatto opposto, cioè un luogo del tutto spiacevole ed indesiderabile. Spesso la differenza tra utopìa e distopìa dipende dal punto di vista dell'autore dell'opera. I testi distòpici appaiono come opere di avvertimento, o satire, che mostrano le tendenze attuali estrapolate sino a conclusioni apocalittiche. La differenza con l'utopìa sta quindi nel fatto che la distopìa si basa su una società attuale, spostando però l'interesse su un'epoca e un luogo distanti o successivi ad una discontinuità storica, come nelle opere fantascientifiche di H.G. Wells.

Alcune caratteristiche sono comuni alla maggior parte dei romanzi distopici del Novecento:

  • È presente una società gerarchica, in cui le divisioni fra le classi sociali (o caste) sono rigide e insormontabili
  • La propaganda del regime e i sistemi educativi costringono la popolazione all’adorazione dello stato e del suo governo, convincendola che il proprio stile di vita è l’unico (o il migliore) possibile
  • Il dissenso e l’individualità sono visti come valori negativi, in opposizione al conformismo dominante
  • Lo Stato è spesso rappresentato da un leader carismatico adorato dalla gente e caratterizzato da un culto della personalità
  • Il mondo al di fuori dello Stato è visto con paura e ribrezzo
  • Il sistema penale comprende spesso la tortura fisica o psicologica
  • Agenzie governative sono impegnate nella sorveglianza continua dei cittadini
  • Il legame con il mondo naturale non appartiene più alla vita quotidiana.
buona settimana a tutti.

giovedì 15 novembre 2007

visioni di Berlino/2

Fantastici questi tombini, delle cartoline di bronzo...questo era di fronte al Berliner Doml'ingresso del celebre Pergamon Museum, sulla Museum Insel, l'isola dei musei...solo per la presenza del tempio di Ishtar vale la visita in città...
Bebelplatz, tristemente nota per i roghi di libri durante l'ascesa del regime nazista. così, adagiata tra l'università e i tigli, non si direbbe abbia un passato così greve...meglio fotografare le bellissime targhe...
vabbè, questa è proprio da giapponese...però diamine la Brandeburger Tor dal vivo fa un certo effetto, anche se al tempo era a pochi passi da un cantiere. Berlino è sempre piena di cantieri, cambia volto di continuo...
la sede del parlamento, il Reichstag andato a fuoco e ricostruito, sopra si intravvede la splendida cupola trasparente, cui è impossibile accedere per le perenni code chilometriche...

visioni di Berlino/1

Berlino mi è rimasta negli occhi e nel cuore, amore a prima vista...città sorprendente, giovane, antica, moderna, accogliente, ostica, contraddittoria, selvaggia e ingessata, colta e volgare, spaccati di Settecento impomatato reso vivo dal contrasto con i dinosauri del socialismo e le architetture nuovissime e impeccabili, alla portata di tutti o quasi...è passato un anno ma che voglia di tornare...

prima fermata...obbligatoria....primo giorno di vento e pioggia...
il famoso orologio in Alexanderplatz, con i fusi orari di tutto il mondo, la piazza (piazza d'armi praticamente) sventrata per lavori, sbuffante come l'inferno...
la maestosa Fernsehturm, antenna di trasmissioni radiotelevisive, con un ristorante dentro la "palla"...
Mai visti attacchi per pompieri così belli...


il Berliner Dom visto da 3/4

martedì 13 novembre 2007

impressioni(smo)

la biblioteca civica ha in programma un ciclo di quattro visioni di film, due di Bergman e due di Antonioni
necessaria prenotazione nominale, quasi una schedatura, trenta posti circa in tutto, visione gratuita, del resto
stasera secondo appuntamento "l'occhio del diavolo" di Bergman, il primo ce lo siamo persi, martedì scorso, martedì prossimo "Blow-up", già visto, e poi, dulcis in fundo e soprattutto, lo attendo da parecchio tempo, "Professione reporter"...

l'aggiornamento del sistema informatico procede per conto suo, lentamente, spero di non fare troppo tardi, una pizza al volo e poi a piedi nella sala di proiezione. la biblioteca è a duecento metri da casa, fortunatamente. ma la casa è a più di mezz'ora dall'ufficio.
musica in sottofondo, jane's addiction, pearl jam
sul tavolo un disordine solito e insolito insieme
un bilancio da sistemare, come si usa dire quando si coprono delle mezze schifezze
un foglio A4 diviso a metà su cui ho appuntato delle figure ritmiche da eseguire con la chitarra, captate in auto mentre tornavo da un appuntamento questo pomeriggio
report dei tecnici spiegazzati e ancora non buttati via, post-it abbandonati sotto un cd-rom (non nel senso di zingaro, dio che battuta miserrima) di una banca dati
ho lavorato così di malavoglia oggi, con occhi pieni di cotone, pelle di carta e foglie secche, pensieri col fiato trattenuto, pensieri inadeguati, inadeguati a cosa?
stanchezza e voglia di piangere, ma soprattutto di ridere
dopo una nottata pesante, di liti, di incomprensioni, di senso di inutilità, di debolezza soffocante
e una resistenza indomita al precipitare
la mia lingua tagliata è il termometro, spezzo tutto quello che mi capita sopra la lingua, ma i cocci non mi feriscono
sentirsi appesi ad un filo, da sempre, sentirsi soli fino a battere i denti
ma perché, mi chiedo, dov'è l'errore che mi porto dietro
riflettere sulla condizione di automa rotto, come diceva il poeta
tento inutilmente di definirmi, entro ed esco dalla realtà, leggero e pesante
frenetico alternarsi di umori, di visioni del presente e del passato
ma una resistenza indomita al precipitare, all'assaporare quell'acidula dolcezza del sentirmi votato alla caduta, resistere alla voglia suadente, infida, di abbandonare tutto
a chi mi dice che non vedo sfumature, dico che ha ragione
per quanto si ingrassino frasi e si moltiplichino i decimali non c'è modo di attutire il passaggio tra zero e uno, tra essere e non essere
si gioca in una infinitesimale frazione, ma è una distanza netta, incolmabile, una differenza assoluta
vorrei che tutto durasse per sempre, e poi finisse subito
vivere è una gioia
il vissuto è una pena
la cura è non amare più
la cura è amare subito

giovedì 8 novembre 2007

una giornata di bonaventura, anzi quasi due

(ehilà, non dimenticate la pubblicità progresso più sotto, per amicizia o per pietà)

camminavo, nel mattino lucente e freddo come marmo, o come una casa sul mare vuota, dio che voglia e nostalgia del mare, senza auto, appena lasciata dal meccanico, odore di erba sotto il gasolio. camminavo, elastico, respirando il calore del mio corpo.
e mi sono accorto che era stata sradicata la cabina del telefono che stava all'angolo della via in cui ho abitato per quasi trent'anni. una cabina che in gioventù assaltai in compagnia di amici, come in seguito fecero molti altri disperati credendo di divertirsi. cabina quindi che è sempre stata assai malconcia e quasi mai funzionante. ormai faceva parte del paesaggio, credevo rimanesse lì per sempre, simbolo percepito ormai inconsciamente...per sempre, già...avevo attribuito ad una cabina del telefono in rovina un'eternità che non poteva permettersi, che nessuno si può permettere...


ieri, un'altra giornata bellissima, l'estate fredda dei morti come diceva Pascoli, prolungata, eburnea, semitrasparente, noncurante, persino florida nei colori, florida come una donna, che meraviglia le donne, così ricche di sapienza, di bellezza, ossessionate e distrutte dal peso, dalla pelle, dagli uomini stupidi che le fanno stupide e viceversa, mentre i pensieri, gli occhi, ne muoiono, e sogno i corpi che infrangono le linee scontate delle copertine, pensieri che infrangono i titoli, che abbondano di seni e di fianchi, che suggeriscono calori nascosti, donne come frutti quasi troppo maturi, sembra troppo tardi invece è perfetto, il pieno della vita prima del dolce declino, corpi-frutti rigogliosi, sfuocati, golosi, stillanti umori e odori, che riempiono le gonne, che lucidano di tensione i pantaloni, e i tacchi, questi sì, evocatori di lussuria, complicità, poesia e vino. voler far l'amore è gratitudine, ammirazione, desiderio di conoscenza, omaggio alla grazia, non un'offesa.

ieri, in moto fino a cremona, per via dell'università. cremona, città rastremata in una campagna quasi irraggiungibile, campagna generosa. grassa, come il loro dialetto. bisogna fare attenzione alle foglie degli alberi, a cremona. si infilano nel colletto del giubbotto, hanno le ossa e picchiano duro sul casco, come avere la testa in un tamburo. che freddo che avevo, avrei dovuto mettere i pantaloni di velluto invece dei jeans, la vescica mi stava scoppiando, le dita delle mani, pur sotto guanti pelosi e spessi, immobili e dolenti come radici, il pensiero invece acuto, teorizzavo, montavo e smontavo il mondo. la balbuzie come metafora dell'improvvisazione, come arte dell'improvvisazione, mi dicevo. niente male, anche, mi sono detto. ed ho superato il test musicale a pieni voti, dopo aver bevuto un tè artificiale bollente, ed aver vuotato la vescica.


festeggiare, bisogna. istanbul kebap. nove euro per due panini falafel, patatine fritte e una birra. ho esagerato, lo ammetto, mi sono sentito grasso, pieno di cipolla e inadeguato in genere, ma minchia che bontà. dietro di me tre donne. tre donne intorno al cor mi son venute, ancora e sempre. cremona parigi in minore, la metrica tiene. due albanesi, i cibi simili ai loro, dicevano, sarà stato l'effetto delle guerre, dei cinque secoli di dominazione, si dicono con il turco al bancone. mangiano di gusto, la terza è italiana. pace a loro. entrano due ragazzi, uno con lo skateboard, un pasto al McDonald's e uno al kebab. belli, felici e chiacchierini. oscuri quanto richiede la loro età. ecco cosa annotavo sulle pagine del libro che avevo con me:

il cibo unisce
dopo le guerre
prima dell'amore
il cibo unisce
le parole dei giovani
gli sguardi dei vecchi
cibo e poco denaro
la povertà e il tempo
la povertà e la giovinezza
il tempo e l'amore
il cibo e la gentilezza
.

ecco cosa accade a saper guardare ed ascoltare, in culo a quelli che commentano indignati, a quelli che vivono nel pianeta delle scimmie, senza saper sorridere o stringere la mano. io mi commuovo, anche per i festanti palermitani alla cattura dei nuovi boss, per il loro calcistico orgoglio siciliano, alla faccia dei nordici dimentichi delle periferie represse e oppresse.
Si sono fortificati: difesa è la parola d'ordine. Difesa e sicurezza. Per marcire negli agi. (Henry Miller, Tropico del cancro)
riprendo la moto, il sole ha riscaldato l'aria, i pensieri, l'asfalto.
eccetera.

martedì 6 novembre 2007

PUBBLICITA' (PROGRESSO?)

è ufficiale
anche se con il mio proverbiale ritardo
una mia poesia è sul sito nella sezione Poesia Italiana del Concorso OnLine del Premio Laurentum
gara inutile e ridicola, votazione prettamente clientelare, che non è nelle mie corde...
ma per vanità vi comunico il titolo "Salmo II" (senza virgolette), così potete trovarla
dovrò pur imparare a farmi pubblicità, prima o poi
comunque, se avete qualche secondo da perdere, date un'occhiata
(chicca per tutti: c'è anche una mia foto appena al di sopra della decenza)
(chicca solo per appassionati: il titolo è improvvisato. non l'avevo mai dato, solo che la poesia che avevo scelto era troppo lunga ed ho dovuto sostituirla, battezzando in velocità)