lunedì 24 dicembre 2007

ultimi fuochi


e così il 2007 è quasi finito
passato veloce come una freccia
come una discesa senza freni
un anno che ne ha racchiusi tanti
più veloce dei pensieri, dei desideri
gli amici più vicini con cui condividere le feste
condividere il cibo, le risate, le riflessioni
riposarsi e prepararsi ad un nuovo anno ricco e impegnativo
diminuiscono le aspettative e aumenta lo stupore
beh, meno male
non ho più liste ideali, che mi hanno rovinato l'adolescenza
mi è rimasto un grande amore per la musica e la lettura, e la convinzione che non invecchierò mai
un gran desiderio di vivere bene e aiutare gli altri
giusto sabato sera mi sono sorpreso a piangere di emozione e rabbia
davanti ad un documentario sull'attività di don Luigi Ciotti
un uomo semplice, che certo ha fatto una scelta di fede che posso anche non condividere
ma quale banale scusa davanti a tanta forza e tanto coraggio
quello che manca alle istituzioni e a troppi cittadini
ributtava in faccia le morti di Falcone e Borsellino, non come santini, ma con orgoglio e vergogna in tanto dolore e in tanto tradimento di fiducia
in tempi in cui si discute della dannosità delle intercettazioni per i diritti individuali, così da evitare ogni discussione sui contenuti, sul chiedersi allora quanto lesivo sia il degrado sociale, sanitario, scolastico, urbanistico, per milioni di persone
ecco, semmai mi aspetto da me un impegno più vero e meno "formalmente" politico
è possibile, ci sono tante occasioni
ognuno deve fare di più la sua parte, non c'è altro modo
e con queste riflessioni spezzate, dettate anche dalla lettura di Bukowski, con il suo a volte stucchevole mauditisme, con queste riflessioni vi auguro buon Natale, natale come occasione per stare insieme, e magari superare i piccoli e grandi problemi di comunicazione che si creano nella corsa che dura tutto l'anno. natale come pausa salutare, per riscoprire il silenzio e la concentrazione, mettere e mettersi a (ferro e) fuoco.
per me è stata una bella scoperta ed esperienza il blog, soprattutto grazie a coloro che mi hanno letto e magari anche commentato, e lo sarà anche nel 2008.
un abbraccio a tutti, statemi bene. forse prima di gennaio, se sopravviverò ai pranzi e alle cene, "posterò" gli auguri di buon anno.

martedì 18 dicembre 2007

barfly (o la cosa chiamata poesia/11)

la vita di Borodin


la prossima volta che ascolti Borodin
ricorda che era solo un farmacista
che scriveva musica per distrarsi;
la sua casa era piena di gente:
studenti, artisti, barboni, ubriaconi,
e lui non sapeva mai dire di no.
la prossima volta che ascolti Borodin
ricorda che sua moglie usava le sue composizioni
per foderare la cuccia del gatto
o coprire vasi di latte acido;
aveva l'asma e l'insonnia
e gli dava da mangiare uova à la coque
e quando lui voleva coprirsi la testa
per non sentire i rumori di casa
gli lasciava usare soltanto il lenzuolo;
per giunta c'era sempre qualcuno
nel suo letto
(dormivano separati quando proprio
dormivano)
e siccome tutte le sedie
erano sempre occupate
spesso lui dormiva sulle scale
avvolto in un vecchio scialle;
era lei a dirgli di tagliarsi le unghie,
di non cantare o fischiare
di non mettere troppo limone nel tè
di non schiacciarlo col cucchiaino;
Sinfonia n.2, in si minore
Il principe Igor
Nelle steppe dell'Asia centrale

riusciva a dormire solo mettendosi
un pezzo di stoffa scura sopra gli occhi;
nel 1887 partecipò ad un ballo
all'Accademia di medicina
indossando un allegro costume nazionale;
sembrava finalmente di un'insolita gaiezza
e quando cadde sul pavimento,
pensarono che volesse fare il pagliaccio.
la prossima volta che ascolti Borodin
ricorda....


(Charles Bukowski)

venerdì 14 dicembre 2007

una grotta a capodanno, tanti anni fa...


avevo cominciato dieci giorni fa a scrivere appunti per questo post, su suggestione dell'amica "romagnola a parigi" Auramaga
poi le inevitabili lungaggini dovute a lavoro, impegni e stanchezza, hanno fatto sì che lei mi anticipasse in quanto a "citarsi addosso"...
e del resto gli appunti non erano granché, quindi ricomincio volentieri, in questo venerdì sera milanese davvero invernale, terso e rigido come una lama, pieno dei profumi del fuoco dei camini, della terra umida, di suoni rarefatti, come irrigiditi anch'essi dal freddo

era il capodanno del nuovo millennio, del baco e di poche altre cosette
con degli amici, la decisione di passare 'a nottata in grotta, in montagna, nei pressi di Sondrio, dove loro avevano un appartamento in affitto con stufa a cherosene, garanzia di malattie respiratorie e probabilissime esplosioni
la decisione è stata immediata, per quanto tardiva, quindi, raffazzonati una decina di compagni alla bell'e meglio (non avete idea di quante resistenze, tutti vogliono fare una festa "diversa", e poi, sì, ma al caldo, sì, ma col forno, sì, ma con tavolo sedie e companatico serviti, sì, ma con la tv che dà il conto alla rovescia...blabla..bah...) siamo partiti per i preparativi
sintetizzando: tre giorni per esplorare e trovare il luogo adatto, trasportare con zaini tre quintali di legna dopo lunghe trattative per spuntare un prezzo decente dalla baffuta e scontrosa fornitrice, fare la spesa tenendo conto che si era 11 uomini e una ragazza, di cui quattro visti per la prima volta
era una sera freddissima, più di oggi, ghiaccio sulle strade, tanto che, arrivati il 31, rischiai subito un volo colossale con le borse della spesa. riuscii ad aggrapparmi alla cancellata con furia, facendola tremare per due isolati...e restandoci quasi attaccato, come succede alla lingua sul ghiaccio...
carichi di vino, pane, carne, polenta, bicchieri e piatti di plastica, sacchi dell'immondizia per lasciare pulito, ci incamminammo in silenzio sul sentiero di neve e ghiaccio, neve che gemeva sordamente sotto gli scarponi
ora ricordo confusamente il freddo, l'eccitazione per la solitudine, la visione di alcune case apparentemente vuote in mezzo agli alberi coperti di neve
niente musica, una lunga chiacchierata, lunghe pause, fu divertente preparare il fuoco, pareri contrastanti da cittadini sfigati che non sanno nemmeno come posizionare i ceppi per far respirare la fiamma...altro che "isola dei famosi"...
la carne inesorabilmente carbonizzata e la polenta a fette che si freddava prima di arrivare alla bocca, sapore di cenere, odore di fumo dappertutto, nei capelli, sui vestiti, la schiena rivolta al fuoco bollente, il viso gelato dalla notte
poi, a mezzanotte, il vino che scendeva senza scaldare, gli occhi lucidi dall'alcool, dal fumo, da un'allegria che non prendeva la strada giusta, a mezzanotte, le finestre illuminate nella notte, sotto la neve, porte che si aprono, voci festanti e colori, una sola persona in più sembrava un mondo, l'unica donna sdraiata su un'enorme roccia piatta sopra il falò forse a contemplare l'illusione della solitudine, l'illusione della distanza dalla vita quotidiana
davvero non ricordo le frasi, le parole, ricordo i tentativi di trasmettere e ricevere sms di auguri, malinconia si faceva strada nel petto di un amante abbandonato, contemplare la stellata di dura nitidezza, dove le strade delle costellazioni si perdevano sciolte in un conteggio infinito di luci
il ritorno alla casa, poca voglia di dormire, qualche bicchiere di grappa e gin seduti sui sacchi a pelo, tentando di pompare cherosene nella stufa come fosse vino, e la notte passò in fretta, sotto lo stomaco in fiamme, lui sì, i pensieri a rincorrersi come criceti nella ruota, tenue il profumo di donna sotto il ticchettìo della stufa ormai spenta

lunedì 10 dicembre 2007

Italia, oggi (o memoria corta/ 4)

florilegio di piccole e grandi indignazioni, e qualche amaro sorriso, come questo

oppure c'è il blob politico che avanza (il Cav. cita sbagliato, il libro di Veltroni "Io e Berlusconi" è del 1990), nell'ottuso silenzio generalista e politicamente corretto, corretto fino ad essere anestetizzato. quel finto buonismo à la DC che tanto mi fa incazzare, tanto quanta è la brutalità che nasconde.

a grande richiesta ritorna invece la censura verso Luttazzi. riporto anche la lettera di Ferrara, perché merita una riflessione, anche se non nel senso da lui auspicato. è intelligente, e la sua intelligenza stimola anche quando le sue idee sono per lo meno risibili.

il Dalai Lama è a Milano. i sindaci, timidamente, in qualche modo, glissano sul diktat cinese, portato avanti anche dai consoli, che invita a boicottare la visita del sant'uomo. unica eccezione, a parte il solito cincischiare del governo di turno, è la Chiesa che afferma che l'incontro con Gyatso "non è in agenda". merita una citazione la risposta della Littizzetto, ieri sera da Fazio. "se non lo scrivete, in agenda non lo trovate no l'incontro con il Lama, mica escono con gli appuntamenti prestampati". mi chiedo il perché di questa sensazione di assenza di dibattito internazionale...

vabbè, buona lettura.

concezione in romagna. impressions...


era cominciato con il sole, questo mini-ponte dell'immacolata di cui sopra,
poi, sabato, pioggia e vento che nemmeno a Oslo
seduti al tavolo del ristorante "La soffitta" di Cattolica, a contemplare ammirati le losanghe di fonduta fritte appena servite, a contemplare il tagliere arricchito di affettati e formaggi tipici di mamma Romagna
chiacchiere, vino sfuso ma buono, mica come a Milano che ti danno una sorta di cocacola sgasata con aggiunta una manciata di gradi di alcool
al tavolo davanti, una comitiva familiare, tre bimbe sorelle, una gravemente handicappata, di una dolcezza commovente, in cerca di affetto continuo, cammina malferma tra i tavoli, sorrisi per tutti, qualcuno si allontana spaventato, spero che non capisca. la bimba, intendo.
la sera, per festeggiare il compleanno di mia moglie, a Misano, Riviera Mare, un nuovo ristorante sul mare, appunto, sì, beh, forse un po' troppo lounge, un po' troppo ben frequentato, aperitivi in corso, cinture di foulard, stivali e jeans aderenti, camicie azzurre sbottonate....eppure magico, di notte, sotto la pioggia, in riva al mare, tubi luminosi come onde verso gli scogli, lumi di candela, interno tutto bianco, menù fatti del tessuto plastico delle brandine da spiaggia
al tavolo accanto si siedono quattro ragazzine dell'età di mia nipote, automunite, con denaro, perché mangiano, e chiocciano nei loro minimi vestiti attillati, senza calze, col sesso posato ovunque intorno a loro, e il passo malfermo anche per loro, a rivelare una giovinezza repressa, un divertimento perduto. forse, chissà. belle sono belle, altroché.
il proprietario del ristorante, vedo da dietro la tenda di organza di un delicato color panna, si accascia tra le braccia del belloccio cameriere che ci ha appena servito un ottimo Lagrein rosato, nonostante i quattro bicchieri mi alzo e accorro, a spostare un candelabro urtato mentre cercavano di posare il 50enne azzimato su un divanetto, forse ho impedito un rogo. ma il proprietario si riprende dal malore, pallido, giallo, quasi verde, simula indifferenza, si mette seduto sui cuscini, braccio steso e gambe accavallate come a dire "l'ho fatto apposta". peccato. ad un tavolo siedono dei medici, secondo loro niente di preoccupante, il pianto plateale di una delle quattro giovani maitresses amiche del gestore. il costo della bella vita? forse, chissà. 50anni, la tinta, un po' di pancia, un bel locale. forse, chissà.

intanto è certo che al bar di fronte non ci sono più i piranha(s) nella vasca cilindrica. dice che sono morti.

(in foto: la rocca malatestiana di Montefiore Conca, Rimini, luogo quasi natìo dove Bonaventura si ritempra. o almeno ci prova)