lunedì 29 ottobre 2007

durate interrotte


ci sono giorni in cui sembra così breve il tempo
tra il comico e il malinconico
per esempio, venerdì, unico giorno di sciopero del pubblico impiego, era il giorno fissato dopo una settimana di rinvii per fare tutte le commissioni...presso gli uffici pubblici, ovviamente
traffico, ovviamente pioggerella impalpabile ma molto bagnata
odore di fornai, di cani a passeggio, negozi di parrucchiere che sussurrano calore e intimità con la voce dei phon, profumo demodé di lozioni, vecchie signore che scendono dai bus piegate in due dall'artrosi come sedie a sdraio su un terrazzo, note musicali fioche dalle cuffie dell'alienato di turno, saluti vaghi e svelti di vicini che si conoscono appena, cerco di assorbire, di respingere, è poesia, è non-poesia, male di vivere, felicità sprecata, semplice ignoranza, tre donne intorno al cor mi son venute bologna è una vecchia signora dai fianchi un po' molli, conto e riconto le sillabe come gradini -
qualcosa mi prende alla gola, davanti alla porta dell'unico ufficio funzionante in tutta la sede INAIL, e mi sento di nuovo e ancora lo studente, il mendicante, il senza patria, nudo di fronte ad una porta aperta, dietro la quale mi aspettano funzionari svogliati, tristi ma tutto sommato gentili e quindi perché questo freddo che viene da dentro, la frattura, girarsi indietro e vedere i ponti crollare...

giorni in cui dormire troppo o non dormire affatto non fa differenza, dove nelle frasi precipitano i "non", le difese, il guscio d'argento galleggiante su un mare soltanto sognato, luogo di pace e rinascita, timpano, staffa del silenzio invocato e fuggito. mi guardo allo specchio, i capelli sarebbero da tagliare, per quanto siano rimasti in pochi a tenermi caldo, abituati alla libertà del tosapecore fai-da-te crescono facendo una strana spirale al centro della testa, rendendomi simile ad un animale preistorico. chessò, un velociraptor, potrebbe essere?
sorrido appena e mi lavo i denti. dopo di solito mi sento meglio.
ma porto dentro e sono dentro al serpente della notte, serpente cavo, blu e rosso, serpente antico, freddo e coperto d'erba. cuore del mistero dei miei crolli e delle mie esplosioni di gioia.

venerdì 26 ottobre 2007

la cosa chiamata poesia/9

Queste sono le nuvole

Queste sono le nuvole intorno al sole in declino,
la maestà che serra il suo occhio bruciante:
i deboli afferrano ciò che i forti hanno compiuto,
finché non fanno crollare ciò che era stato levato in alto,
e la discordia succede all'armonia, e tutte
le cose sono poste allo stesso livello.
E quindi, amica, se la tua grande gara fu compiuta
e queste cose avvennero, così tanto di più
ti facesti compagna la grandezza, anche se tu sospiri
per non aver avuto figli:
queste sono le nuvole intorno al sole in declino,
la maestà che serra il suo occhio bruciante.




I - A una fanciulla che danza nel vento

Danza laggiù sulla riva;
perché ti dovresti curare
del vento o del ruggito delle acque?
Libera i tuoi capelli
umidi di salsedine;
sei troppo giovane per aver conosciuto
il trionfo dello sciocco, o l'amore
perduto non appena conquistato,
o la morte del miglior lavoratore
mentre tutti i covoni
sono rimasti ancora da legare.
Perché dunque dovresti temere
il mostruoso gridare del vento?

II - Due anni più tardi

Nessuno ti ha mai detto che i tuoi occhi
arditi e belli avrebbero dovuto
essere fatti più esperti? O avvertita di come
sia disperata la falena quando si brucia le ali?
Avrei potuto insegnartelo io;
Ma tu sei giovane, così parliamo un linguaggio diverso.

Oh, prenderai tutto quanto ti è offerto
e sognerai che tutto il mondo è amico,
dovrai soffrire come tua madre ha sofferto,
e alla fine anche tu sarai spezzata;
ma io sono vecchio e tu sei giovane,
e io parlo una lingua barbara.




Gli uomini migliorano con gli anni


Logorato dai sogni;
un tritone di marmo logorato
dalle intemperie, in mezzo alle correnti;
e tutto il giorno guardo
la bellezza di questa signora
quasi avessi trovato dentro un libro
una bellezza dipinta, felice
d'essermi riempito gli occhi
o gli orecchi sapienti,
pago d'essere saggio e niente altro,
poiché gli uomini migliorano con gli anni;
eppure, eppure, è questo
forse il mio sogno, o è la verità?
Oh, ci fossimo incontrati
nel pieno ardore della mia giovinezza!
Ma invecchio in mezzo ai sogni,
un tritone di marmo logorato
dalle intemperie, in mezzo alle correnti.


(William Butler Yeats, 1865-1939)


venerdì 19 ottobre 2007

sassolini nella scarpa, ovvero parla come mangi (se mangi)


mi dispiace rubare il primo posto al post (il bisticcio è intenzionale) qui sotto, che in fondo credo sia di ben più piacevole lettura.
ma, del resto, piccole esigenze e piccoli fastidi, forse non così piccoli, però...
tre commenti a tre fatti o notizie di questi giorni:

- la Turchia ricatta gli USA. un manipolo di deputati statunitensi, tutti baldanzosi, pronti a dar battaglia e a non retrocedere, "fedeli alla linea" oserei dire, avevano proposto una mozione per costringere lo stato Turco ad "ammettere" l'esistenza del genocidio armeno.
proprio così, ammettere, come se una simile tragedia storica avesse bisogno di essere ratificata dai diretti discendenti dei colpevoli, caporali (nel senso di Totò) qualsiasi al timone di un pezzo di terra su questo sfigato pianeta. ma la cosa più ridicola è che i baldanzosi deputati hanno prontamente ritirato la proposta non appena la Turchia ha ventilato l'ipotesi di ritirare il consenso agli USA per le basi di appoggio alle operazioni in Iraq sul suo territorio;

- la Cina ricatta gli USA. in occasione del conferimento di un premio al Dalai Lama negli Stati Uniti, la Cina si è prontamente risentita, a causa della fastidiosa persistenza della memoria, questi microbi di tibetani che continuano a sopravvivere...beh, i giornali riportavano la notizia che la cerimonia sarebbe stata di "basso profilo" per non urtare la suscettibilità degli amici cinesi, che hanno incassato l'indiretto riconoscimento del loro potere "contrattuale". non avrei mai pensato che gli USA avrebbero potuto suscitarmi compassione. in fondo a volte ci provano ad essere buoni, ma c'è chi è pronto a soffiargli la sedia di comando. l'alternativa sarebbe migliore o peggiore?

- non ho votato per le primarie/plebiscito annunciato veltroniano. le mie capacità critiche e di analisi vacillano in un indistinto fastidio, in una ripulsa opaca e omnicomprensiva di un progetto che non riesco a raccontare e a raccontarmi, e quindi non riesco a crederci. l'unico lumicino che mi fa aderire vagamente alla sinistra è il rifiuto delle inumane concezioni economico/quantitative della destra. perché non confondo il marxismo con Marx, e non esiste solo Marx, del resto.
ma montezemolo sbanda a sinistra, e io non riesco ad esprimere quello che penso, sono stanco delle definizioni e delle autodefinizioni. non mi basta il tempo per documentarmi e rifiutare a voce alta. mi rimane solo un ostinato silenzio desideroso di verità, di chiarezza umana e intellettuale, di umanismo e scienza vivi e propositivi. per quello che significa....

mercoledì 17 ottobre 2007

my favorite things/1


fare felici gli amici è qualcosa che rimette in pace col mondo e con sé stessi. fare felici direttamente sé stessi, poi, non ne parliamo.
il fine settimana è stato una bellezza: l'addio al celibato ha avuto successo, l'assaggio del corso di musicoterapia mi ha ridato carica ed entusiasmo, il concerto pare abbia sviluppi positivi...all'appello manca solo qualche ora di sonno...
ma andiamo con ordine: a Milano, da qualche tempo, l'Istituto dei ciechi sta proponendo un'iniziativa dal titolo "Dialogo nel buio", che consiste in una visita guidata (la guida è un non-vedente o ipovedente) naturalmente completamente al buio, attraverso ambienti diversi (una sorta di parco, l'interno di una casa, una strada con auto e bancarelle, una barca, ecc.) per provare a misurarsi con la mancanza della vista, ed esaltare gli altri sensi di solito lasciati indietro. beh, è stata un'esperienza fantastica, divertente e profonda. appuntamento sotto casa di Raffaele (il festeggiato) alle 18:45 per poter essere alle 19:30 in via Vivaio, nel centro che più centro quasi non si può, nello splendido palazzo sede dell'Istituto. all'ingresso si forma il gruppetto (noi siamo in 4, si aggiungono Mario e Marina, fortissimi coniugi di circa 60anni), bastone bianco per tutti e si parte. la nostra guida è stata Raul (ma non dubito che tutte siano eccezionali come lui), bravissimo nel quietare il disagio di trovarsi di colpo in un ambiente estraneo e totalmente nero. con abilità e umorismo ci ha guidato nell'esplorazione tattile ed uditiva degli ambienti, gli sconosciuti facenti parte del gruppo diventano subito compagni di avventura, l'atmosfera è quasi quella di una gita, ma con in più un confronto continuo ed immediato di impressioni ed emozioni. dai racconti di Raul pare che alcuni abbiano avuto crisi di panico e paura e siano dovuti uscire, invece noi tutti ci siamo goduti al massimo quell'ora e un quarto che sembra un attimo, perché al buio si perde la cognizione non solo dello spazio, ma anche del tempo, tanto da far venire il dubbio che Kant avesse ragione...Mario e Marina sembrava fossero vecchi amici di noi quattro quasi-adulti un po' cretini, ma poi, tra una bastonata sugli stinchi e un tiraggio di peli sulle braccia, ci siamo trovati, gran finale, al Cafénoir, un vero e proprio bar all'interno della mostra, ovviamente immerso nel buio più pesto, dove ci hanno servito un aperitivo. una cameriera (che Raul ha giurato essere molto carina, gli abbiamo creduto) è passata a prendere le ordinazioni, ed ha portato rapidamente patatine, arachidi, tramezzini, cocktails e caffè, facendoli strisciare sul tavolo verso le nostre mani tastanti, mentre due pianiste allietavano l'atmosfera suonando a pochi metri da noi, seduti attorno al tavolo, le mani posate sui bastoni bianchi, ormai abituati all'oscurità, affratellati e tutti spostati verso l'ascolto, le parole, le forme inesistenti. la vista è un senso veloce, la sua assenza inevitabilmente fa rallentare, percepire, sentire fisicamente, la vista è un senso straordinario e astratto, che può portare - paradossalmente - lontano dalla realtà, l'illusione della presenza, il mito della conoscenza...udito tatto olfatto gusto sono umili, primitivi, elementari, fisici, caldi, spessi, tridimensionali, austeri, magici, con la voce ci si può toccare, la parola riemerge potente dall'oscurità, dal bisogno di contatto.
Raul era un fulmine nell'orientarsi, nel riconoscerci dalle voci immediatamente dopo pochi minuti, nel sapere esattamente dove ci trovassimo all'interno delle stanze...siamo usciti arricchiti, entusiasti, dispiaciuti della brevità del percorso, convinti di conoscerci un poco di più di prima, pronti a continuare la festa, dopo aver salutato Mario e Marina, che in bicicletta si allontanavano quieti, continuando a parlare.

il seguito è stata la cena al Sud Dinner Bar, in via Solferino, sempre centro, ma di quello della vita notturna, "fighetto", jeans e stivali, camicia azzurra senza cravatta e giacca blu, aperitivo e lounge, rumori trucco pesante e profumi costosi. per noi avevo riservato un tavolo al ristorante, nella sala dove è collocata una "tenda berbera" con tanto di sabbia bianca soffice e fresca. via scarpe e calze, arrotolati i pantaloni...ma ahimé il locale era praticamente deserto. un anno fa lo avevo lasciato affollato e rumoroso, l'ideale per mettere in imbarazzo Raffaele dopo tre bicchieri di robusto vino rosso del sudafrica...invece abbiamo dovuto condividere la tenda con due coppie che limonavano pesante, allibite dalle nostre risate gutturali e dai nostri fiati avvinazzati/cipollati dopo aver mangiato kebab e polpette. inutile anche sperare di essere serviti dalla splendida barista nera, ci è toccato il cameriere filippino tarchiato. Davide e Gabriele, data la serata in vena di finezze ed eleganze, ad un certo punto hanno inevitabilmente proposto di simulare dei rapporti omosessuali, tanto per disturbare ulteriormente i quattro pomicioni dei tavoli accanto...comunque tre ore passate in un soffio (e due Jagermeister).
rimaneva solo l'ultima tappa: tirare tardi possibilmente ballando.
un breve giro alla rinfusa riempiendo l'auto di umorismo di bassa lega, ridendo fino alle lacrime, poi la decisione: Alcatraz, rock, pogare...parcheggiamo a distanza perturbante, incuranti dell'incipiente inverno che ci stava beccando in maniche di camicia.
pieno ed affollato, a scemare, qualche guizzo della nostra gioventù, AC/DC, Guns n'Roses, Metallica, Green Day, gruppi di ragazzi allegri, qualcuno un po' più bellicoso e ubriaco, lampeggiare di cellulari, sms, chiamate, e poco altro, a parte tre cubiste da far cadere le sopracciglia ad un pastore sardo...qualche sorriso, qualche spintone, io sono anche volato a terra durante un pogo, evento più unico che raro, ma ero senza gli anfibi di ordinanza, non si poteva pretendere...
completamente sudato all'uscita, eccoci sulla strada del ritorno. sempre noi, un po' più sordi, dopo la musica, sereni, aperti, vivi.
eh già, bisognerebbe uscire più spesso, dài organizziamo ancora, bellissimo stasera, ora doccia e letto fanciulli, sentiamoci presto, alla prossima, ciao.
la solita malinconia delle feste che finiscono, degli amici che se ne vanno, delle promesse non mantenute.

giovedì 11 ottobre 2007

acqua e olio tutto a posto?

e allora sono guarito, grazie a tutti per i saluti e gli auguri. siete meglio di molte persone in carne e ossa attorno a me!
però ora sto scontando i pochi giorni di riposo a casa. gli arretrati sono impietosi, i clienti esigenti, e le scadenze fisse.

nella pace rigenerante della lieve malattia, che ancora mi lascia incredibili strascichi di calma, al confine con una leggera spossatezza, mi hanno tenuto compagnia: Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, storia allucinante, ritmata e piacevolmente carica di speranza; La finestra sul vuoto di Raymond Chandler, le storie del detective privato Philip Marlowe sono diventate una mia piccola passione, una lettura ricreativa saporita, acuta, pungente, ironica e non di rado poetica; e infine Mrs Dalloway, famosissimo romanzo di Virginia Woolf. Se avete visto lo straziante film The hours forse sarà venuta voglia anche a voi di leggere (o rileggere) questo libro. Ebbene, da tempo mi fissava dallo scaffale dei libri candidati alla "prossima lettura". E quale meraviglia, dopo le prime venti pagine circa durante le quali mi stavo ormai pentendo della scelta, trovarmi coinvolto e rapito dal susseguirsi di impressioni, pensieri, ricordi dei personaggi che si intrecciano a volte senza incontrarsi, come va di moda nei film di oggi, le storie parallele, ma con divertita poesia, con lancinante malinconia, con profonda umanità. So che mi dispiacerà finirlo, mi sembra già troppo breve, come un amico caro che ci fa una visita improvvisa, ma quanto veloce!

la settimana prossima il mio caro amico Raffaele si sposerà. per la prima volta dopo tre anni non dovrò fare da testimone ad un matrimonio, ma mi tocca comunque trovare qualcosa da scrivere sul libretto. teoricamente dovrei leggerlo in chiesa durante la cerimonia, praticamente, come fece Mosè, troverò qualcun altro per farlo, che nella fattispecie sarà mia moglie.
comunque, nonostante non sia testimone, mi sono buttato nel cercare di organizzare un festeggiamento di addio al celibato, evitando l'intervento di spogliarelliste e mignottame vario. e allora, più o meno, sarà così: visita sensoriale al buio organizzata dall'istituto nazionale dei ciechi, fatta per esaltare e sviluppare i restanti quattro sensi; semi-aperitivo con live jazz in un locale che offre ampia scelta di rum di importazione; probabile cena etnica in tenda con sabbia; finale in discoteca che offre solo musica anni '80....il tutto per sole tre persone, il resto dei convocati o non ha risposto o ha declinato l'invito. ma che succede? dov'è finita la voglia di comunicare? cosa diventò...e già, se lo chiedeva Vasco qualche anno fa in Liberi liberi...
questo per il sabato, domenica comincia il corso di musicoterapia, e la sera dovrò suonare. poi forse mi riposerò un paio di giorni...

in effetti c'è un fuoco di artificio nella stagione concerti. dovremo suonare addirittura quattro volte in due mesi, che per me è tantissimo...la soddisfazione è che il prossimo 22 ottobre suoneremo dopo la presentazione del libro Shock Economy di Naomi Klein, alla presenza dell'autrice, presso il centro sociale Il Cantiere.

mah, ho scritto fin troppo di me, ora vado....

mercoledì 3 ottobre 2007

mood swings


riprendendo un accenno già fatto, in questi giorni di febbre ho riscoperto la tranquillità.
la sensazione fisica di sentirmi tranquillo, sereno, in pace.
nonostante i colpi di tosse, le continue oscillazioni di temperatura corporea, le sudate colossali sotto le coperte e anche sopra, il dolore alla schiena e nei muscoli
ho percepito fisicamente la calma, nettamente distinta dalla spossatezza per malattia.
uno stato d'animo famoso, da tanto se ne parla, tutti lo cercano, tutti lo vogliono
come immerso in acqua tiepida, il corpo appena sotto il filo, la stanza un lucore uniforme, i suoni dell'esterno percepiti normalmente, ma è nel pensiero che si fa la differenza, anche fisica
il susseguirsi di parole e immagini rallenta, mentre riemergono vaghi ricordi, e il senso del tempo che passa aumenta la quiete diffusa
così mi sono scoperto a pensare o ripensare questioni anche importanti senza affanno, addirittura con piacere, il piacere dell'aver trovato il momento giusto
un lusso poter disporre così del proprio tempo, tanto che nei due giorni che fortunatamente spettano a tutti, dovrebbe essere ancor più strenuo l'impegno per difenderlo. (un lusso anche questo purtroppo a volte: si fa la spesa - e altre cose - nel fine settimana perché si esce presto e si rientra tardi gli altri giorni, per il traffico, gli scioperi dei mezzi, gli straordinari, prendere e portare i figli qui e là ecc.ecc.)
è stato un altro modo per guardare alla vita moderna.
manchiamo di educazione alla concentrazione, di capacità di restare fermi, di volontà di non-fare.
quello che poi cerchiamo tra mille paccottiglie orientaleggianti, e che abbiamo sotto l'orologio, nell'ascoltare il respiro e il battito del cuore. meno male che mi è bastata una febbre.

da soli ricordiamo imperfettamente persino le cose che riguardano noi stessi lontane nel tempo. tutto tende a diventare racconto, poesia, mito. espressione una verità diversa, spirituale. invece per la storia, anche individuale, bisogna essere almeno in due.

martedì 2 ottobre 2007

i conti che non tornano

una parentesi in questa febbre che non vuol saperne di lasciarmi, amante fedele, non c'è che dire
e, per la verità, questa pausa di malattia mi ha fatto pensare moltissimo, ho potuto riassaporare come non mai il valore del silenzio e della quiete, che da esteriori diventano per forza interiori, vale a dire che in queste condizioni (non di malati, ma di silenzio e quiete) c'è davvero un alto rischio di prendere la via della ricerca e della saggezza, per tutti
e, infine, non crediate che io non mi renda conto di aver scoperta una ovvietà

ma poi c'era una cosina sulla quale non avevo ancora definito le mie impressioni
una cosina sulla quale all'inizio avevo posto un segnalino di ammiccamento e condivisione, sulla scia delle facili nausee da eterna gravidanza isterica di cui soffre la democrazia italiana
nel guazzabuglio vero/apparente delle sommosse alla grillo, del blaterare di antipolitica
quelle affermazioni del romano p. nel ceruleo salotto del vespa:
non vedo, dice il p., una società migliore della sua classe politica;
la signora (colombo, intervenuta in trasmissione) chiede un esempio, dice ancora p., giustamente la classe politica deve dare l'esempio, ma nella società vedo gli stessi mali

e allora? mi domando
giochiamo a "è nato prima l'uovo o la gallina"?
oppure, chi è senza peccato ecc.ecc. quindi pari e patta, stanotte tutti a casa e non pensiamoci più?
lentamente mi si è risvegliata una furente indignazione verso tanta idiota sfacciataggine.
e dire che, sia pure attraverso la (ovviamente abortita subito) mediazione della Rosa nel pugno, sono stato sostenitore del p. qui sopra (che è prodi, ve lo rivelo subito per non tenervi troppo sulle spine)
ma vogliamo capire cosa significano quelle affermazioni così italiane di prodi? italiane perché buttate lì, con apparente noncuranza condita di superiore bonaria ironia, ma che nascondono il solito fondo brutale e stupido di chi ha il culo protetto anche davanti alle più grosse cazzate

buttare tutto nel solito moralismo da quattro soldi, che non è altro che la solita slavata riproposizione del qualunquismo, non mi sta bene. ma proprio per niente.
"italiani, se siamo dei cialtroni è colpa vostra. siamo come voi. ci avete voluto così, ora non potete pretendere..."
beh, col cazzo, scusate
a me di sentirmi dare del delinquente, arraffone, speculatore, corruttore e quant'altro da uno solo perché è delinquente, arraffone, speculatore, corruttore e quant'altro lui, non mi sembra un'argomentazione così irresistibile. anzi, francamente mi domanderei se per caso non mi stessi trovando alle prese con un idiota.
sono allibito.
non mescoliamo le carte in tavola: al posto di comando ci stai tu, caro p., mica io. e ci stai in base a tutta una serie di leggi che il cittadino (grazie alle leggi sull'istruzione che sono penose, e alle solite scuole spesso allo sfascio) ignora ma che tu devi invece rispettare. io, che non rubo, non uccido, faccio il commercialista nel mio piccolo e le tasse giuro che le pago, ho votato la tua coalizione non certo per sentirmi rinfacciare questa crassa volgarità che vuoi far passare pateticamente da logica vincente.
leggi che non sono state scritte e votate da delinquenti, ma solo troppo spesso male applicate da essi. e non è la stessa cosa.
com'è stato possibile che un sistema creato per far sì che cittadini liberi e onesti potessero in coscienza eleggere al Parlamento dei loro concittadini più liberi e onesti, dotati di capacità tali da renderli utili al governo del paese, com'è stato possibile che ora sia diventato il suo opposto, dove il malvivente vota chi gli promette impunità, oppure il malvivente viene votato da chi gli promette impunità?
il povero politico è vittima e simbolo di una società che lo costringe ad agire male, di una società sporca che la costringe a sporcarsi a sua volta? ma siamo ancora nel paese di machiavelli o in quello di alice?
seguendo la geniale intuizione, allora, pinochet, per es., non è stato che lo specchio di un cile popolato di fascisti. a suo modo ha dato l'esempio, non fa una grinza.

la politica si fa o si offre e vende?
la politica si nasconde dietro ai cittadini?
una classe politica che così grossolanamente ammette la propria impotenza, cercando una giustificazione demente, è davvero sconfortante. occorre davvero parlare di antipolitica, questa invenzione tanto di moda perché sembra vi rifletta al contrario dandovi l'illusione di esistere?
triste che il motivo di tale bestialità sia stata una domanda gretta, sul fatto che i giovani non godono degli stessi benefici dei politici, che invece hanno sconti, vantaggi ecc.ecc.
è questa la vera somiglianza, la corsa al ribasso della società (politica inclusa, caro prodi, che ahité non è corpo estraneo) al denaro e all'affermazione, dove conta solo chi può far arrivare prima. e chi è fuori gonfia d'invidia e vi fa i conti in tasca, fottendosene dello sfascio, chiedendo solo una parte anche per sé, gli altri, quelli che inspiegabilmente continuano a preferire l'onestà e il rispetto, Vaffanculo.
ed ecco che Grillo è davvero il vostro specchio, grezzo, volgare, brutale, in soldoni, eppure facendo ridere riesce perfino a migliorarvi.
sic transit gloria mundi. papè satàn aleppe.