martedì 26 febbraio 2008

sirena


la notte scorsa ho riprovato a fare un sonnellino dopo-cena/pre-studio puntando la sveglia alle 21:30. non ho nemmeno sentito il trillo. il mio braccio destro ha agito autonomamente e ho riaperto gli occhi alle 1:47.
e mi sono alzato, sono sceso al piano di sotto intenzionato a leggere e suonare per almeno un paio d'ore. avevamo lasciato però la tv accesa, su LA7.
in quel momento Alain Elkann stava intervistando Valeria Golino, attrice italiana tornata sulla cresta dell'onda ormai da qualche tempo, apparsa in film come A casa nostra, La ragazza del lago e il recente Caos calmo. a parte quest ultimo, gli altri li ho visti trovandoli buon livello.
di lei ricordavo i ruoli in Rain man e nel demenziale ma divertente Hot Shots!
ricordavo la voce che mi suonava sgraziata, incrinata come il fondo di vecchie bottiglie, ma quegli occhi e i capelli ricci mi sembravano comunque indimenticabili, nonostante l'impressione di fiato corto ad ogni frase, di tonalità faticosa e spesso monocorde che si spegneva dopo ogni parola, parole ricavate dal silenzio, e quel profilo di durezza complessiva come un'anima di fil di ferro. la penso ancora così.
ma la notte scorsa me ne sono innamorato, nonostante le domande inesorabilmente a una dimensione di Elkann, che non riusciva a trasformare un questionario in una conversazione brillante e stimolante, sprecando un'occasione dalle sfaccettature erotiche possibili, mentre pizzicavo svogliatamente la chitarra

forse per tutto questo, e anche per il fascino classico che emanava dal suo viso calmo, dalle risposte delicate che contrastavano con l'idea di inaccessibilità, per lo sbuffo a fine intervista come fosse stata una faticaccia, per la grazia innata che vedo in certe donne quando stanno sedute, per il fatto che ha 42 splendidi anni e sono sensibile alle donne più grandi di me, o forse perché la sua passata semplice sensualità di starlet ora è stata riassorbita e distribuita in profondità, in un sorriso o in uno sguardo da notte insonne. il suo profumo era quasi percepibile e avrei voluto poterle parlare, offrendole un bicchiere di Porto, seduti sulle scale fuori della porta.
certo, è fidanzata con Scamarcio, ma cosa conta, nessuno è perfetto

nuove spigolature



da ignorante quale sono su molti argomenti, mi faccio domande magari ingenue, ma non me ne vergogno
ho, come molti, la passione di sapere, di conoscere, che non è certo una novità. "ogni uomo desidera per natura di conoscere" è una formulazione che troviamo nella Metafisica di Aristotele...
ho perduto invece l'ossessione di avere (o, ancora peggio, di dire) una mia opinione su tutto (o almeno di sfornarla immediatamente), moda che va invece allegramente diffondendosi. questa ha formulazioni meno nobili ma non è meno antica della precedente...basta dire qualche frase riciclata sugli argomenti di grido per apparire al passo coi tempi e soprattutto lasciare un'impressione di intelligenza e smaliziata sapienza.
come quel signore che, partendo dalla constatazione che sono stati installati ripetitori per cellulari in alcune stazioni della metropolitana milanese così che - come accade in altre città europee quali Parigi e Berlino - i telefonini "prendono" anche in viaggio, estendendone quindi l'uso anche sottoterra, giunse con un volo pindarico alla conclusione che poi ci lamentiamo se i giovani sono rincoglioniti. sottintendendo l'effetto dell'uso eccessivo del cellulare...ma il filo che collega i due capi del ragionamento (?), la parte che cioè più importa perché dà conto dell'andamento e della fondatezza del pensiero, è stato sacrificato in favore dell'asso nella manica, la massima conclusiva, prendere o lasciare. da un giudizio di merito - verso il quale si può dissentire e ragionare - ci si sposta su un giudizio di valore fondato sull'autorità di una fonte o di un luogo comune, da assorbire o rigettare come un corpo estraneo. dal quale, ahimé, raramente crescono perle. questo è ciò che offre molto (troppo) del panorama informativo e politico attuale italiano. fatto di malafede e disonestà intellettuale. come p.es. mettere in campo i personaggi ormai da commedia dell'Arte (personaggi presi dal vero ma resi inerti dal farne un tipo e quindi un fantoccio ad uso del commediante) del pensionato che non arriva a fine mese, del clandestino che minaccia la sicurezza, del giovane bamboccione/precario, dell'imprenditore evasore, fino ad arrivare al dio che vuole così... e mettere in piedi uno spettacolino confezionato ad hoc per il quarto d'ora di celebrità. no, non è nuovo reggersi sulla convenzione ed il conformismo, epperò questa perdita di sensibilità davanti al reale mi pare ormai intollerabile, non mi piace, è dannosa, pericolosa, subdola. "campagna elettorale" non è licenza poetica.

giovedì 21 febbraio 2008

o gioia, o gaudio


(breve introduzione ad uso del lettore: bonaventura è, per definizione, disordinato e malato di curiosità. quindi attualmente la sua situazione è la seguente: oltre al lavoro di commercialista nello studio gestito insieme al fratello maggiore, suona la chitarra in un gruppo jazz e studia tecnica dell'improvvisazione con il GranMaestroMassimoMaltese, è iscritto al 2° anno del corso di laurea in Musicologia e frequenta il corso di formazione per Musicoterapeuti. più o meno è tutto. ah, sì, scrive poesie, diari e legge in media 6/8 libri contemporaneamente. per questo si fa la barba una sola volta alla settimana...)

ieri era il gran giorno, il primo esame dopo anni di travaglio, e dopo l'ultimo cambio di facoltà conclusosi con l'approdo a Musicologia. l'illusione di disperdermi di meno, hahaha, buona questa.
comunque, storia bizantina, mica le favole di mamma oca. circa 800 pagine complessive.
la preparazione è stato il solito circo. ci pensavo dall'anno scorso, avevo già letto i testi quasi un anno fa, poi ho dovuto recuperare un debito in un test di musica classica e mi sono perso via. in sostanza mi sono rimesso sotto dalle vacanze di Natale, con discreta discontinuità, fino alla marcia forzata delle ultime due settimane. comunque, mi sono guadagnato un bel 28/30. meritato, eh...
mio padre si chiamava costantino, devo aver scelto la materia anche per chiudere un ciclo di storia familiare e personale. si è rivelato interessantissimo e anche parecchio arduo da organizzare, 1.129 anni di storia, per la precisione.
mi sentivo surrealmente calmo, a parte la piccola serie di coliche prima di entrare. somatizzo. sarà stata la stanchezza. le risposte spuntavano naturalmente e con sicurezza dalla memoria, dal punto di vista dell'esposizione me la sono cavata. dentro l'aula I vuota le mie sillabe ripetute echeggiavano come un volo d'uccelli, strana sensazione di non essere io a parlare, non corrispondevo alla quiete che sentivo. ma lo stress accumulato non ha fatto sconti, la balbuzie è un barometro sensibilissimo. più dei calli. prova ne sono anche i brufoli spuntati in fronte e uno proprio sulla chiappa sinistra, che oggi mi fa sedere assai scomodamente..
certo, se i professori in passato fossero stati in gamba come il prof.Breccia ieri, non avrei accumulato disagi, ma vabbè, ognuno ha le sue croci, n'est ce pas?
dopo, il festeggiamento, un panino falafel piccantissimo, con birra doppia. e già con la testa nella musica e in altri libri. come se su ogni centimetro di pelle spuntassero occhi, come se ogni centimetro di pelle gridasse che non basta, che non contiene più. la letteratura, come tutta l'arte, è la prova che la vita non basta, disse Pessoa. me lo ripeto sempre. a volte mi fa stare meglio, altre mi strazia. e poi, oggi pare che Emma Bonino abbia trovato l'accordo con il PD, e non posso che esserne felice. il mio voto è per lei. una giornata quasi perfetta.

martedì 19 febbraio 2008

giorno prima degli esami


dormire poco mi fa un effetto eccitante
sarò strano
mi sento suonare sugli accordi di ESP o Freedom Jazz Dance mentre davanti a me sulla scrivania ci sono caretellette piene di numeri, le dichiarazioni IVA
le sinestesie abbondano come frutti maturi
sono straordinariamente reattivo sessualmente, praticamente un caso di satiriasi (non è che di solito sia un eunuco, ma insomma, esistono vie di mezzo). del resto suonare jazz è anche esercitarsi nell'erotismo della musica, right?
sarà che c'è la luna piena e questo conta, altroché se conta
o sarà che sto convertendo il disagio dell'eterno studente in vero diritto allo studio e al cambiamento

come Salvador Dalì che si addormentava con un cucchiaio in mano per violare il mistero del sogno, e conquistare l'ispirazione del momento del trapasso, tra veglia e sonno, tra vita e morte, le sue carni sciolte, gli occhi gibbosi, le formiche e i cieli pieni di resti umani, i colori rabdomantici
tra Eliot e De André, se si continua a scrivere dopo i 25 anni (o i 18 secondo il più moderno Fabrizio) o si è degli idioti o si è poeti veramente
ma come unire l'età della pornografia, di massa e individuale, e la poesia, sono più lontani o più vicini di quanto si pensi?

non lo so, intanto l'overdose di storia bizantina mi dà alla testa, età violenta, e nella ricostruzione così rivelatrice, come ogni storia col senno di poi
fratelli che uccidono fratelli, figli che uccidono i padri, madri che uccidono i figli, eserciti di soldati accecati che marciano al comando di comandanti orbati di un solo occhio, a suggello di terribili vittorie, patti violati di continuo, intrighi e politica come convenzione di un attimo, età di controversie cristologiche, violenze spirituali, ortodossia ad ogni costo, l'età in cui è stata forgiata la dogmatica cristiana a colpi di concili e decreti che ignoriamo, in cui gli arabi erano più tolleranti dei cristiani, così bravi a rovinarsi da soli per il puro piacere di ottenere ragione, pur di cancellare il dubbio. un gran mercato dove la verità è soggetta a variazioni di cambio, a "naturali cali di peso" come certi cibi, e al fallimento costante. tutte cose che si dimenticano presto. contro questo pensare per blocchi omogenei che è la morte del pensiero e della verità.
comunque, domani si gioca. ecco, il gioco, forse sì, è la chiave. a dopodomani, coi risultati.

lunedì 18 febbraio 2008

matière et mémoire

è dolce studiare di notte

venerdì sera, programmino, concerto Mozart in Jazz del mio maestro, evvai, salto pure il corso di musicoterapia, per una volta faccio uno strappo

alle 20:15 stavo dormendo sul letto, vestito, programmino saltato parecchio

sveglia puntata alle ore 23:00...ogni otto minuti il trillo nella casa che si raffredda, il braccio spegne da solo la stupida macchina rompisonno

risvegliato a mezzanotte e mezza, inforco un paio di calzettoni pesanti, e leggo i primi due capitoli del saggio di storia bizantina, caricato il multicd, bossanova, jazz, bach
in un attimo si sono fatte le quattro

mercoledì, tra due giorni, ci sarà l'esame
è il primo esame all'università da qualche anno a questa parte, da quando morì mio padre e il lavoro mi ha impedito di sfruttare anche il poco tempo libero. lentamente me lo sono conquistato di nuovo, a qualsiasi costo.
sono teso, nervoso, determinato, preoccupato, soddisfatto. chiaro?
e soffro del limitarmi in questo studio accanito per recuperare una preparazione decente. vorrei già leggere altre cose, suonare, ricapitolare il succo e andare oltre.
lotto contro qualche fantasma passato e presente, cerco di impedire le proiezioni ortogonali dell'incomprensione, tirando fuori la voglia pura di finire questo percorso eterno. i prof che ridono in faccia quando le parole si bloccano. roba vecchia. acqua passata. se solo ci prova, lo stendo. ecco.

giovedì 14 febbraio 2008

my favorite things (o quotidiana /3 o 4 boh...)



lazybatusu con R-Evolution sulla radio in streaming via internet (Swissgroove-groovy-jazzy-funky-trippy, sic!) mentre compilo le comunicazioni per le lettere di intento ricevute per il mese di gennajo 2008

il ricordo di una intima conversazione nudi nel letto e abbracciati, tra il caldo/freddo di una trapunta rossa piegata, la porta socchiusa, gli occhi socchiusi, il respiro socchiuso, e dopo facemmo fatto l'amore

il mio amico Giacomo che pubblica sul suo blog un suo arrangiamento di uno standard jazz e mi fa venire finalmente voglia di scaricare la versione demo del software Sibelius per scrivere gli spartiti

lo stordimento da poco sonno, simile ad una leggera ubriachezza, rivedo le finestre serrate all'ora di cena del paesino in cui feci il servizio militare mentre vagavo per le strade in cerca di compagnia, i miei commilitoni che mi facevano correggere le loro sgrammaticate lettere d'amore, le parole delle poesie di Tartaglia, la cecità, la sordità e le magnifiche visioni, il tradimento che rende migliori, accettare il mistero e non ridurre tutto a logica, la lectio difficilior dei filologi, e restarsene a naso in sù, oltre il lampione fulminato, ad ammirare il cielo nitido del pomeriggio

portarmi pile di libri a letto, quando mi vengono le idee più strane, le intuizioni più meravigliose, e quel che mi meraviglia di più è che una volta sfumate nel rancore del sonno, non tornano più. diceva una cosa simile anche Vasco Rossi, per capirci...

i ricordi, la memoria, che da secoli si dice siano alla base della creatività, della poesia, della musica, e vista la situazione attuale si potrebbe anche decidere che forse un po' di verità c'è in questo discorso

trovare un libro che non sapevo stessi cercando, e credere che mi abbia trovato lui

provare ad approfondire il digiuno, lo shiatsu, la bioenergetica, il tuina, il qi-gong, la musicoterapia Orff o Lecourt o Benenzon, gli esercizi superiori dei monaci tibetani, ma dormo troppo poco e al mattino faccio sempre i soliti quattro o cinque movimenti

la sonorità della scala sul quarto grado del modo minore armonico

lasciare commenti nei blog e leggere i commenti sul mio

la pace del mattino a casa, tutto il giorno libero davanti, e decidere di fare quello che ci pare come e quando ci pare

guardare mia moglie mentre dorme, innocente davvero, e pensare che no non mi merita, e che sì mi merita, e che no non la merito io, e che ho sonno, tutte le sere così non se ne può più

uscire da un periodo difficile, sopraffatto dalla cognizione della stupidità, dell'ipocrisia, della frustrazione...una mattina, o bella ciao, faccio doccia e barba e sono leggero, proprio quando la sera prima non ne potevo più e rientravo sotto l'ombra della fine, la dolcezza del nulla, musica libri aria inerti, nonostante le grandi tazze di tè per scaldarmi, io che sono sempre a temperatura superiore...

prendermi dieci minuti di pausa dal lavoro chiudendomi in bagno con un libro di poesie

la gatta che dorme, le mie nipotine piccole che mangiano le tagliatelle della nonna (mia madre) e poi si divertono a fare la lotta con me, il mio nipote maggiore che mi chiede di portarlo ancora a mangiar la pizza con le polpette pugliesi, unta come un oliveto ma dio quant'è bbuona, perché poi beviamo la birra e anche il Grand Marnier mentre si sfoga sulla sua giovinezza difficile

questo e altro, e il pensiero che la vita non basta mai
when the dog bites
when the bee stings
when i'm feeling sad
i simply remember my favorite things
and then i don't feel so bad

giovedì 7 febbraio 2008

quotidiana/2 (o forse 3, boh...)





giro con un borsello di pelle chiara, comprato a San Marino la scorsa estate
bello, per carità, di ottima pelle morbida
proprio io che ho preso tanto per il culo mio padre, che andava persino a fare le scampagnate con il suo, di borsello. probabilmente per poter chiamare le amanti senza problemi, ammesso che il telefonino prendesse, alle pendici della Carpegna. soprattutto come se nessuno lo sapesse. lo scrivo col sorriso, tra cinque giorni sarà il quarto anniversario della sua scomparsa. ciao pa'.


beh, comunque il mio borsello scoppia di carte, forse anche di salute, ma certamente di carte. scontrini e ricevute varie, dal benzinaio alla trattoria, dal bar al parcheggio. e poi una succursale della mia collezione di "address" di locali, vari. segnano alcune tappe della mia vita, boe per i ricordi di un marinaio mancato come me.
il ristorante indiano di Copenhagen, col suo buffet centrale immerso in una rossa luce soffusa, o quello greco di Helsingor (la Elsinore di Shakespeare) sul mare, uno yogurt con miele e frutta secca eccezionale in quella giornata di sole con la mia ex, una delle poche oasi serene;
il ristorante marocchino (credo) di Parigi, in place Bastille, e quell'ottimo cous-cous bollente di verdure dopo una lunga giornata a piedi per le vie della città;
la trattoria Marianna a Rimini, sul ponte di Tiberio, dove un fisarmonicista allietò la nostra ottima cena di pesce in un giugno torrido e affollato con le musiche di Nino Rota, pieno di luci;
l'enoteca di via delle Botteghe Oscure, pausa nella notte bianca romana, e quella splendida ragazza seduta sul divanetto in attesa si liberasse il bagno, che guardava proprio me, ma mi aspettava il caffè con un vassoio di saporosi dolcetti artigianali, e mia moglie, soprattutto;
il caffè letterario a Berlino, una veranda art nouveau dove il cameriere anziano e grasso ci fece l'imitazione del pollo, facendoci morire dal ridere, per farci capire cosa significasse quel huhn scritto a mano sul menù, ma l'avevamo già capito perché avevo appena comprato un minidizionario e stavo affannosamente traducendo la carta. mi sorrise quando dissi sehr gut a proposito degli eccellenti piatti mangiati;
il Porticciolo sul lago Maggiore, sospeso sull'acqua, albergo ristorante con una carta dei vini che sembra un volume di pagine gialle, e l'umidità fa rabbirividire anche d'estate, quando si accendono le ville sulle rive e immagini le vite lì dietro, le voci, le musiche...

tutto questo per un borsello, magico, come tutte le tasche.
anche oggi è un giorno di sole, e sono sereno.

martedì 5 febbraio 2008

pubblica utilità

già che siamo in tema, allego questo link dove si dicono delle cose molto interessanti circa l'uso della c.d. "pillola del giorno dopo". concordo con il titolo: denunciamoli. tra l'altro, è un blog che val bene una visita.

ridi, pagliaccio




d'accordo, quando mi ci metto sono insopportabile, triste, introverso, pessimista, nichilista, autoritario, scorbutico, incoerente. e questi sono i lati positivi.
dev'essere per questo che non riesco a vedere lati positivi nella situazione attuale italiana.
la mia personale, beh, lasciamo stare che è meglio

riderci sopra magari, in qualche istante particolarmente fortunato di coincidenze favorevoli, ci riesco pure. per il momento mi sento mortalmente offeso e irritato. grazie a:
quelli che al voto tra due mesi, raschiando il fondo di una popolarità costruita sulle rovine, con una legge che loro per primi hanno definita una porcata (certo, è stato un personaggio di alto profilo culturale e grande spessore umano e politico come Calderoli...ma, appunto, l'ha fatta lui a sua immagine e somiglianza, come ogni buon creatore che si rispetti), che ricattano sulla base delle loro stesse incapacità. un piccolo/grande capolavoro, lasciatemelo dire.
quelli che le leggi possono e devono farle, e vanno a lamentarsi in televisione che le leggi fanno schifo, rovinando la digestione agli spettatori. tranne quando procurano assoluzioni previste con lungimiranza di grande statista. o di grande delinquente.
quelli che la legge elettorale come unico collante, di scarsissima qualità, tra materiali scadenti quali centro-sinistra e centro-destra, sostantivi bicefali molli e indecisi, amabile filastrocca dell'idiozia, e la paralisi davanti a una tale mole di esigenze che sebbene sia una fortuna che nessuno si possa permettere di esportare in Italia la democrazia, beh, un po' mi dispiace anche
meglio la medicina omeopatica, ma c'è un limite anche a questa; meglio le guarigioni dall'interno, ma c'è un limite anche a queste
quelli che gli accordi e le riforme le facciamo dopo. ieri era diverso. domani sarà così. domani sarà diverso.
quelli che il nucleare è un'energia pulita, e il referendum è stato criminale. tanto in francia sono pieni di centrali, un incidente non ci salverebbe. meglio morire con le nostre, di centrali. questo è parlare da vero centrista italiano, mica pizza e fichi. le scorie le ospita Casini nel suo box.
quelli che la rianimazione dei feti anche contro il volere della madre. la notizia è stata scritta/letta così. non bastano trattati di medicina e filosofia a porsi le domande correttamente, come si può pensare e dire e pubblicare della fraseologia simile che dà l'illusione di capire tutto subito? uomini sterili che decidono sulla fertilità femminile, senza famiglia che pontificano (è il caso di dirlo) sui drammi familiari (ma anche su egoismi e cattiverie sbalorditivi). si può dire così? non basta, ma è anche così.
insomma, quelli che la vita inizia lì e finisce là, come un campo di calcio.
quelli che la satira è un'altra cosa, la satira non fa ridere, la satira ha delle regole (che ognuno può inventare di volta in volta, a piacere) e vogliono farmi credere che hanno letto davvero Aristofane e Molière, quando affiancarli nella stessa frase è già ammettere di non averlo fatto o di non aver capito nulla.

gli italiani, tanto di cappello, nel loro (mio, nostro) irrancidito humus quotidiano ancora si alzano, si lavano (molti), aspettano spesso vanamente qualche mezzo di trasporto puntuale, treno o metro o autobus (moltissimi), leggono il giornale mentre fanno le code in auto, continuano a lavorare, a rubare, a regalare, a frodare, a non pagare le rate, a denunciare soprusi, a subirne in silenzio, e troppo poco si sottolinea tutto questo. si grida invece allo sfascio o alla beatitudine prossima ventura.
e una delle poche varietà è beppe grillo. che certo stimo per il suo ostinato voler parlare ed intervenire (secondo solo al papa povero e bistrattato, che può parlare solo da S.Pietro la domenica, ecco). ma a scorrere i commenti sul suo sito si sente uguale odore di messianismo. non è solo colpa sua, però è così. e non mi piace affatto. la mancanza di scelta affosserà tutti. avrei preferito venire seppellito da una risata, ma tant'è.

ragion per cui, se piange antonio albanese, cosa dovrei fare io, che faccio molto meno ridere?