lunedì 27 ottobre 2008

punti mobili


altro che punti fermi

questo blog, strano (ma forse non così tanto) a dirsi, non so dire se mi somigli troppo o non mi somigli affatto

sempre in bilico tra il pudore della pagina di diario e marginali considerazioni civili, politiche

mi somiglia in quanto non mi mette mai a fuoco
non mi somiglia in quanto manca di spontaneità

ho imparato molto in questo anno quasi e mezzo di scrittura in rete, e di letture e confronti. nemmeno pensavo che sarei arrivato così lontano nel tempo.

la scrittura è un curioso esercizio, necessita di tempo e di silenzio ed è per sua natura, quindi, in opposizione ad ogni istante della mia vita quotidiana. e a quelli di qualche altro milione di persone.
di questo ne soffro, mi ritrovo sempre sbilanciato tra il desiderio e la sua realizzazione, soffocata e risospinta verso un indeterminato futuro, che brilla là in fondo, età dell'oro o utopia cui non credo minimamente.

oggi il tempo non aiuta, sono sopraffatto dall'amarezza di questo buio lattiginoso di autunno, che ancora non profuma di legna che arde, non sa di intimità. è una sera aspra, tagliente, non riesco a ricavarne nulla, se non schegge di un entusiasmo bloccato.
riflesso di una crisi morale, spirituale, civile.

ho cambiato auto, ma non basta.
sono diventato un aikidoka, cioè un praticante di Aikido, leggo coacervi di scritti che narrano della vita del fondatore di questa particolare arte marziale, in bilico tra shintoismo e buddhismo, ma non è una fede religiosa quello che cerco, quanto una sapienza del corpo, una chiave che apra il mistero del ponte tra corporeità e linguaggio. finché ne avrò voglia.
come Yukio Mishima, magari senza finire suicida, ecco...
e così vago, divorato da strani appetiti, cammino sulle onde di un vortice che non mi dà tregua, per dire che? per fare che?
non riesco nemmeno a disinteressarmi totalmente del liquame politico italiano, dei miasmi delle non-notizie, firmerò contro il Lodo Alfano, e altre amenità.

definitivamente, non prendo sul serio quasi più nulla.
a parte la poesia, la musica, il sesso, il cibo e l'umiltà.

giovedì 9 ottobre 2008

stratagemmi


al mattino presto, per evitare (in parte) il traffico, attraverso le stradine "di campagna" del Parco del Ticino, a due passi dal caos.
già da qualche settimana c'è una lieve foschia, come cotone posato sui campi, e gli aironi, eleganti e filiformi, hanno un che di spettrale e familiare sotto il cielo arrossato.
poi, da qualche giorno, cumuli di letame fumante riposano come un grande corpo sudato e scuro, sfinito e steso a terra.
intanto va il radiogiornale di Radio Popolare. come controcanto ai fantasmagorici e omertosi TG.
eppure anche qui notizie indigeribili, plasmate ad uso e consumo. dopo Abba, siamo tutti Abba, cominciano "fare notizia" episodi di pestaggio a sfondo razzista. non mi piace questo clima, non mi piace pensare che si stia scherzando col fuoco a voler imitare "i film americani". non mi piace pensare, ancora, che ci siano delle complicità che fanno comodo a tutti, bianchi e neri, fascisti e comunisti che non si svegliano da un passato nato morto ma che tengono in vita con vero accanimento terapeutico. una melma densa nella quale stanno affondando lente le borse e le banche, nel vuoto pneumatico dell'assenza di una qualsiasi strategia, una gara di prefiche e di paparini premurosi a piangere e rassicurare sul latte versato e irrancidito di un sistema tanto odiato fino a ieri, ma che oggi si vuole "salvare" chissà come, bruciando inutilmente enormi risorse invece di cogliere l'occasione per attuare "una svolta".
mi chiedo che razza di tempo sia questo.
domanda inutile, non lo amo questo tempo, non lo amo.

canto a squarciagola con Bennato, che forse mi passa...

quanti libri di storia-a-a-a
tutta la civiltà-à-à-à-à
c'è un elenco di buoni-i-i-i
i cattivi di là-à-à-à-à
sono tutti schedati,
eh! ma che bella città!

sul giornale c'è scritto-o-o-o
puoi fidarti di me-e-e-e-e
il peggiore di tutti-i-i-i
si è scoperto chi è-è-è-è-è
ha le ore contate,
eh! ma che bella città!

venerdì 3 ottobre 2008

detti e frecce

pare che al Maestro Unico, novello Orlando del Rigore e della Disciplina scolastica, verrà assegnata un tutina d'ordinanza con tanto di mantello, M sul petto e manganello alla cintura. ovvamente solo dopo che sarà stato forzosamente reclutato per piombare nell'universo femminile dell'istruzione elementare.
le maestre, uniche ed insostituibili, ringraziano.

tutto questo lo trovate scritto molto meglio e più dettagliatamente sul penultimo numero di Diario.

aggiungo solo il mio fastidio endemico verso la propaganda e l'idiozia, che quasi sempre si risolvono in danno o dramma.

amen.