
mille volte ho già ricominciato a scrivere
in realtà sono quattro o cinque, ma mille fa vissuto, letterario, e anche un po' biblico
e, comunque, sembrano davvero mille volte
ma nessuna confessione azzarda a far capolino
sospetto che con l'età certi difetti congeniti si amplifichino
alcuni spariscono
ma quelli che rimangono pare siano i peggiori, e non è una bella constatazione
parlo per me, ovviamente
vedete, la balbuzie è un comico "difetto"
vedete, la balbuzie è un comico "difetto"
fa ridere, materia di barzelletta e di personaggi, anche di un certo livello (il Barbouillé di Molière, Arlecchino, per dirne due a caso)
un tempo ridevo anche io guardando i cartoni animati di Dastardly & Muttley che davano la caccia al piccione viaggiatore. c'era un personaggio, Klunk, che parlava facendo smorfie esagerate, balbettando, risultando davvero incomprensibile. beh, cazzo, ridevo, quando Dastardly alla fine chiedeva irritato "cos'ha detto...cos'ha detto!!?", perché era un po' il genio della scalcagnata truppa, quindi positivo, in fondo.
un tempo ridevo anche io guardando i cartoni animati di Dastardly & Muttley che davano la caccia al piccione viaggiatore. c'era un personaggio, Klunk, che parlava facendo smorfie esagerate, balbettando, risultando davvero incomprensibile. beh, cazzo, ridevo, quando Dastardly alla fine chiedeva irritato "cos'ha detto...cos'ha detto!!?", perché era un po' il genio della scalcagnata truppa, quindi positivo, in fondo.
poi ho scoperto di essere compagno di personaggi (reali) di un certo spessore (anche qui a caso, Newton, Manzoni, Churchill, Marilyn Monroe, è molto tardi e non mi dilungo...)
chi balbetta non è uno stupido, balbettare non è indice di cretinaggine, altrimenti, beh, saremmo in numero enormemente superiore
i veri cretini si mimetizzano perfettamente
e tutti hanno un bel dire sulle virtù dell'autoironia, a fare raffronti su dolori veri e dolori immaginari, su croci reali e croci di comodo. è l'esperienza, e l'esempio, che contano.
certo, non posso dire di brillare per capacità di sdrammatizzazione
però sono ostinato, ne ho provate tante.
ancora girano i miti del sassolino di Demostene, del "parla piano", dello "stai calmo". per anni mi sono affannato con un "metodo" che, nelle intenzioni dei venditori, avrebbe dovuto portare gradualmente da una salmodia ad una parlata "normale", con regolette auree del tipo "tenere la bocca semichiusa", "allungare tre volte le vocali", "sorvolare sulle consonanti", insomma, scienza pura e fine psicologia, iniezioni di autostima, mica palle. e, soprattutto, al primo tentativo post-corso di ordinare un caffè al bar, ritorno in grande stile di smorfie, gorgoglii e qualche sputo.
la versione breve è che ci sono voluti undici anni di analisi di gruppo, con cadenza bisettimanale, per iniziare a sbrogliare la matassa.
"iniziare a sbrogliare", ho detto. non guarire.
non c'è "guarigione". ci sono giorno in cui non c'è niente da fare. si impara a conviverci, con i sorrisetti di sufficienza o di disagio, dei camerieri, dei professori, degli imprenditori o degli operatori telefonici. la balbuzie è contro i conflitti di classe. anzi, contro i conflitti in genere.
la balbuzie è anarchica e acuta, intuitiva.
eppure in certi momenti riscopro una sofferenza profonda, mai completamente sopita, nonostante gli anni di analisi e di terapie, gli sforzi, il crescere, gli studi, il lavoro, gli amori
è come se l'inciampo in un bel discorso mi ricordasse che sto sbagliando qualcosa
a volte, penso, magari è solo che sta per cambiare il tempo, come un callo torna a dolere
eppure, forse per la mia sensibilità, purché non sembri un complimento, non riesco a farci l'abitudine
prima o poi scoprirò il segreto, che è il mio segreto