
Si dice che gli psicopatici, persone in nessun modo turbate da una coscienza, siano dei generali e dei politici di inarrivabile efficienza.
(Anna Funder, Stasiland - tradotto e pubblicato in italiano da Feltrinelli con il titolo C'era una volta la DDR - pag. 55)
Dando dar credito all'autrice della folgorante citazione che di queste cose se ne intende, come testimonia il suo meraviglioso/agghiacciante saggio romanzato sulla vita in Germania Est da cui essa è tratta, mi vengono in mente alcuni curiosi corollari:
il primo è che la classe politica italiana ha quasi sempre goduto di ottima salute psichica; il secondo è che ora, invece, chi è al governo, qualche problemino ce l'ha, mentre la sinistra continua la sua passeggiata di salute; il terzo è che l'etica degli psicopatici sta diventando - non vorrei dire che è già diventata - la norma, una delle tante rassicuranti maschere di un'umanità ancora troppo stupida, legata alla brutalità ottusa del potere economico e politico; infine, il quarto, è che è una volta di più evidente che "le parole sono importanti", dietro alle parole si sono voluti nascondere orrori, soprusi, connivenze, nel sempre uguale e atossico lessico della prepotenza. Se al posto di efficienza iniziassimo a parlare di - e di conseguenza ad agire con - rispetto oppure onestà forse potremmo pensare a chiamarci fuori da questa follìa sterile e senza immaginazione.