venerdì 13 giugno 2008

il mio "contemptu mundi"


milano stenta a riprendersi una serenità anche solo meteorologica
il sole passa malamente sotto il grigio tumido e caldo delle nuvole

mattinata in giro per uffici, anche se la scadenza delle tasse è lunedì
voglio stare lontano dallo studio, dal telefono in perenne allarme, dalle ansie e soprattutto dall'arroganza media dei clienti, che ogni anno reclamano, pontificano, criticano, senza avere la minima idea di che cosa stanno dicendo

intanto in moto mi godo la corsia preferenziale degli autobus, sveltendo il percorso sulla circonvallazione affogata. guardo scorrere i finestrini delle auto ferme, come fossi sul treno

l'Agenzia delle Entrate di Piazza Stuparich offre lo stesso panorama di sempre, un baretto appena fuori dall'ingresso, lastricato di legno scuro, con un anziano abbandonato sulla panchina, fila al banco di rilascio dei numeri, ma nessuno protesta quando passo avanti, ho già un appuntamento.
nel complesso me la sbrigo in fretta, la funzionaria giovane, carina e partenopea mi manda al primo piano, in un ufficio dove stanno in quattro. una signora, che mi ricorda la mia prof. di francese mi chiede se mi da fastidio il fumo, e si accende una sigaretta. donna interessante, sarcastica, intelligente, che ha l'aria di essere sempre al di sopra delle parti. il funzionario che mi segue è cordiale, sveglio, e lui invece mi ricorda il mio primo insegnante di chitarra. nel complesso un'atmosfera accogliente, con gran sfoggio di sorrisi e attenzioni. fosse un ristorante, ci ritornerei.

poi mi invento un nuovo percorso per arrivare fino in via Melchiorre Gioia, all'INPS. attraverso la zona Fiera, arrivo davanti al Cimitero Monumentale, e in poco più di 10 minuti sono a destinazione. un ragazzo nero, fuori del cancello del mostruoso palazzo dell'Istituto, distribuisce timidamente dei volantini di una finanziaria. la luce cambia rapidamente e violentemente, da gialla a blu a quasi viola, gonfia di pioggia ipotetica e tesa che non si degna di cadere.
arrivo al terzo piano, e mi trovo proiettato negli anni '60. insegne per le uscite e le direzioni in perfetto stile d'epoca, rosse su fondo di metallo grigio. stanzone semivuoto, i cavi elettrici pendono come tendini o ragnatele sui computer, sembra tutto prossimo al crollo. arriva un imprenditore sui 50anni, nel pieno della prepotenza e delle solite lamentele echeggianti nelle teste vuote, "ormai bisogna aspettare dappertutto", e sbuffi a preduta d'occhio. lo ignoro felicemente.
il funzionario mi rimanda ad un collega "tutto in fondo a sinistra". dove mancano anche le piastrelle per terra e sembra un cantiere in costruzione. ma la stanza esiste. il signor M. è all'estremo angolo del fabbricato, dietro uno scaffale coperto da due poster sulle vacanze in Trentino di vent'anni fa. è circondato dalle piante, a terra e sopra al mobile-archivio dietro di lui. foglie mezzo riarse immerse in bottiglie di plastica tagliate, piccole magnolie, due bottiglie di vetro vuote. lui ha il volto scolorito come un tessuto colpito da candeggina. quieto, remissivo, con problemi di pronuncia. rivendica le vessazioni subite dal collega P. e minaccia denunce, a fatica. con desolante e commovente insicurezza. impossibile non sentirlo subito fratello.

torno in ufficio, in via Giambellino vedo una vecchia signora spettinata e con stampelle, nel suo vestito a losanghe gialle e marroni, senza denti, demente. poggia i fianchi a lato di un ingresso di casa popolare che porta una coccarda grigia di lutto. faccio in tempo a sentire che viene invitata a spostarsi in malo modo da due giovinastri che devono entrare nel portone in scooter. per un istante penso che dovrei passare una giornata in moto in giro per la città a scattare foto.
la nostra epoca è grigia sin d'ora, non è scolorita come l'Antichità o il Medioevo.
le piante danzano respirando, invisibili, il mutare dei tempi.

7 commenti:

Paolo Ferrario ha detto...

bellissimo questo percorrere strade e e palazzi
hai illuminato questi spazi

Gianluca ha detto...

che bel complimento, grazie amalteo.

Anonimo ha detto...

lascia a casa la macchina fotografica, please; perché vuoi privarci delle tue istantanee verbali?

Anonimo ha detto...

Per un attimo ho pensato che avresti trovato il signor M. mummificato, con una benda nera su un occhio, un drappo con le ossa incrociate nella mano destra e una moneta d'oro bucata nella sinistra, e sulla scrivania, proprio di fronte a lui, un idolo d'avorio appoggiato su un misterioso meccanismo di ingranaggi.

Gianluca ha detto...

grazie Virg, non credo ci siano problemi, a stento mi porto dietro il casco, figurarsi la macchina fotografica...@ aura, io invece ho temuto di cadere in una botola cge improvvisamente si sarebbe aperta sotto i miei piedi. sopra una fossa di serpenti, ovviamente...

Anonimo ha detto...

Bel quadretto, mi sembrava di essere lì da qualche parte, discreta osservatrice delle tue scorrerie mattutine......la domanda è: meglio il grigio pieno e compatto oppure le tinte scolorite dell'antichità?
La risposta è: sai che non lo so.....
Baci medioevali

Darksylvia

Gianluca ha detto...

bentornata Sylvia cara, grazie della visita.