martedì 14 luglio 2009

semi di contemplazione


" Sai com'è? I comunisti vivono male, te lo dico io, perché sono invidiosi."
tra il tintinnare di bicchieri e forchette, rimasugli di pizza, mentre il cameriere svolazza servizievole ad offrire dei freschissimi cannoli siciliani, che lorsignori nemmeno mangeranno, si levano leggere queste conversazioni
"Se io vincessi, ad esempio, duemila euro al giorno con le lotterie, quanto fa? Sessantamila, ecco, non li dichiarerei e mi verrebbero a controllare, non ho fatto niente di male..."
la camicia azzurra tira un po' sulla pancia, cinquant'anni penso portati bene, capello grigio medio/lungo, e scarpe sportive
"L'anno scorso, quando facevo l'elettrostimolazione, le mie gambe erano toniche da morire"
mormorano le signore, che non sudano, esalano profumi come piante tropicali dietro il loro trucco inattacabile. hanno dei figli, uno piccolo, nel passeggino, sono amorevoli, accondiscendenti, liberali, perfino kitsch come zuppiere di ceramica.

può succedere, è successo. pensavo che qualcuno avesse dimenticato la televisione accesa.
il mio piatto di scamorza ai ferri diventa quasi insapore. misuro a passi mentali le distanze, l'assenza di un varco per comunicare
tra una pagina di Barthes, una poesia di Montale
il sogno di una cosa e l'evasione fiscale...

non ci si sente migliori. ci si sente soli e preoccupati.
(i cannoli li ho avuti anche io, ma li ho dovuti chiedere)

"tutto concorre alla grande opera borghese di ridurre, alla fine, l'essere a un avere, l'oggetto a una cosa"
Roland Barthes
, Miti d'oggi (Mythologies), p. 156

venerdì 26 giugno 2009

amori e neuroni

il letto sembra enorme.

sul soffitto non accade nulla, come al solito, anche se lo sguardo corre eternamente sulla stessa pista. mi sembra di non conoscerlo affatto.

musica spenta, luce spenta
solo il respiro di lei, che attende che il mio male passi
una parola sarebbe il segnale, forse
cambia posizione spesso, dev'essere scomoda
la vedo, non è che non la veda, come se gli occhi avessero una coda, ma resto inesorabilmente immobile
la prima frase arriva, forse non sto dicendo nulla
tra una frase e l'altra, sempre il suo respiro

si intravvedono appena le tende muoversi nella brezza serale di un giugno insolitamente fresco.
alle 22:23, guardo l'orologio per conferma, ma sono sicuro, comincia la commedia inesorabile dei vicini, in replica ogni sera. la loro tagliente e ostinata ottusità manda in frantumi ogni pensiero.
la moglie apre il portone, dopo pochi istanti arriva l'auto del marito, chiudono portone e garage, e iniziano a litigare

la mia ultima parola non è mai arrivata, so di essere stanco.

sabato 20 giugno 2009

sono un autarchico


il modo migliore per attuare l'eutanasia di un intero paese.

sta riuscendo a meraviglia.

soffocare nel proprio vomito, per una rockstar è la consacrazione, per una società è un'allegra tragedia. o il sogno realizzato di stolidi conservatori.

non oserò mettere le mie parole avanti a quelle del mai troppo compianto maestro Dionisotti.
pochi come lui erano consapevoli della sottile mistificazione contenuta nel proliferare delle informazioni, degli studi, delle opinioni, che allontanano dall'unica possibile fragile verità, quella delle fonti.

giovedì 11 giugno 2009

ubi sunt...



brusco risveglio

d'accordo che sono uno che non ama i risvegli, per principio, se c'è un buon sonno alla base

e in questo paese si dorme davvero bene

se non fosse che il risveglio disturba...


(arriva Gheddafi, lodi sperticate, pacche sulle spalle all'Italia che ha "cambiato rotta" nei comportamenti con la nobile Libia, pure Napolitano se ne rallegra. intanto grazie al voto di fiducia passa la normativa sulla giustizia, che comprende le due più preziose perle del degrado: reato di immigrazione e limitazione alle intercettazioni come strumento di indagine. e tutti allegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al re...) (l'indignazione arriva persino nelle radio commerciali, ho faticato a crederci, ma la protesta passa anche per Radio Capital, se non è ironia questa...)(e intanto, per firmare una protesta, vai qui)

lunedì 8 giugno 2009

il male


si annida nei risvegli più duri, come un'ombra vista di sfuggita, o un sogno vividissimo appena dimenticato

la parola risolutrice non viene, l'urlo che modula in canto, tutto ingoiato dal mistero dell'udito, per noi che guardiamo senza capire

eppure l'oggetto è lì, lì stanno l'uomo e la donna, che dio li perdoni o li abbia in gloria

nessuno se ne cura, tra un milione di anni rideremo forte, polvere senza denti

qualche insulto mormorato tra i denti, appiccicoso come un candito, dolce come il veleno. tra liquefazioni e ricomposizioni, corpo e pelle piovono sull'asfalto caldo, fuori delle lenzuola.

riscaldo il mio corpo, chiedo aiuto ai saggi, oggi è quasi finito.

sabato 23 maggio 2009

Gogol'

era lucido e ironico, sino alla follìa
lo sguardo sempre sdoppiato, dentro e fuori al racconto, come fosse un regista che parla in continuazione e sa che la sua opera è un gioco ridicolo, magari bellissimo, ma confezionato ad arte e ridicolo

non c'era tragedia nella sua vita, come nella mia
solo un indistinto ardore, e le opere a marcare la sua via, come pietre miliari
forse avrò l'onore, magari avessi l'onore, di marcare così la mia, prima di bruciare tutto e andarmene

nella notte, oltre alle auto che sfrecciano sul selciato, come rumorosi cani da guardia, rimangono le parole e i ricordi ad emergere da soli.
questa paralisi fa più male di...più bene che...l'ho dimenticato
il sudore si è raffreddato ed è svanito, odore intenso della pelle
buonanotte

martedì 10 marzo 2009

petit déjeuner du matin



il cambiamento di pelle avviene lentamente

sento l'aprirsi e il correre delle lacerazioni, lo seguo con il respiro e il pensiero, mi sforzo di percepirlo. e ci riesco. un brivido, e nessuna certezza di quel che sarà.

che stordimento, vivere in un paese di arte e menzogna, di politica e di verità. ogni istante come un interruttore, come uno scambio di binari, a scegliere fra i due. pericoloso, imbarazzante, ridicolo. sillabare lentamente le parole per iniziare ad avvertire cosa significhino, e staccarle dagli indegni parlanti.

sono vago, e rifuggo dalla facile ironia.
ma che dire a proposito di tutto il ciarpame che ha invaso la cronaca e le teste degli italiani?
cultura della vita, cultura della morte, castrazione chimica, avvocato Mills?, revisionismo e altari(ni), stupri staminali, maternità in coma, ronde non danzanti, nucleare vigliacco, crisi e bisi...l'Italia ha una crisi di rigetto, la politica è stata male impiantata, la cultura rischia di non essere compatibile.

sarà che ho questa vecchia fame d'amore, inestinguibile. sarà che la mia pelle si rompe come un fazzoletto di carta, e un'altra volta posso guardarmi sotto, guardarmi dentro, con l'urgenza di non sprecare nulla.

"Non possediamo un corpo divino, ma la compassione può darci un corpo divino.
Non abbiamo potere divino, ma l'onestà può darci potere divino. Non abbiamo intelligenza divina, ma la saggezza può darci intelligenza divina. Non possiamo compiere miracoli, ma se non creiamo ostacoli possiamo compiere miracoli. Non possiamo salvare il mondo, ma la nobiltà d'animo ci farà salvare il mondo" (Deishu Takahashi 1835-1903)


martedì 27 gennaio 2009

Italia mia, benché


'l parlar sia indarno...

cantava il Petrarca poco meno di settecento anni fa, lamentando le piaghe di quella bella visione femminile che era il nostro paese.

e ancora non aveva visto niente, nemmeno la televisione

oggi accanto alla bella donna si vorrebbe vedere un militare, una nuova carineria assoluta

come se lo stupro fosse frutto dell'attrazione fisica, e non un brutale gesto di violenza che di sensuale non ha nulla
e come se lo stupratore fosse sempre e solo il deviato, il diverso, il minorato, l'immigrato

è un paese dall'aria stupida e difficile, triste (o cielo, sto citando Prodi...), che mostra l'ottusità minacciosa della disperazione e dell'arroganza, che si riflette magnificamente nel faccione truccato di silvio

bisogna aprire gli occhi per non cibarsi involontariamente di strumenti inadatti a capire la realtà e noi stessi, per non perdere di vista i nostri simili, cioè tutti gli uomini e le donne

per esempio, nessuna traccia nei telegiornali della diatriba "religiosa" a proposito dell'annullamento della scomunica verso i vescovi ultraconservatori (quando non "negazionisti") della Fraternità San Pio X, della quale tutti ignoravano l'esistenza fino a una settimana fa

poi ci si mette pure una parte ben stupida della sinistra a darmi fastidio
quelli che quando parlano di "lavoratori" sottointendono "lavoratori dipendenti"
quelli che si attaccano ancora alla lotta di classe
non sopporto di venire bollato come evasore o sfruttatore da tali caproni, solo perché, oltre a lavorare in proprio, ho cinque dipendenti assunti

la vita è altrove
per fortuna

lunedì 12 gennaio 2009

divertissement



è stato un lungo inverno, sarà un lungo inverno

il Danubio scorreva lento, e in effetti uno non se lo immagina a trottare agile, con tutta la sua mole, la sua enorme memoria

Vienna è a sole cinque ore da qui, e qui dovrebbe essere la periferia, il luogo dove ancora qualcuno viene in cerca di puttane e poi dice che è un paese di ladri perché si è trovato truffato in qualche night club. qualcuno che magari è venuto in aereo, dall'Italia, e non si sente truffato né dal governo né dall'Alitalia
ma tant'è, a volte il mondo è brutto perché è vario (nell'imbecillità)

il freddo rende le città meno banali, e le donne più affascinanti, avvolte in panni che fanno anelare al calore dei loro corpi, il freddo rende la vicinanza più piacevole, l'intimità più desiderabile
il muro che separa il turista dalla vita reale è invisibile e spesso come una divisione di classe, ma è anche un punto di vista originale, se se ne trova uno

ma sono tornato, e le terme di Budapest continuano a fumare giorno e notte, anche senza di me, mentre le anatre sostano godendosi il tepore ai bordi delle vasche come statue viventi o antiche divinità