venerdì 26 giugno 2009

amori e neuroni

il letto sembra enorme.

sul soffitto non accade nulla, come al solito, anche se lo sguardo corre eternamente sulla stessa pista. mi sembra di non conoscerlo affatto.

musica spenta, luce spenta
solo il respiro di lei, che attende che il mio male passi
una parola sarebbe il segnale, forse
cambia posizione spesso, dev'essere scomoda
la vedo, non è che non la veda, come se gli occhi avessero una coda, ma resto inesorabilmente immobile
la prima frase arriva, forse non sto dicendo nulla
tra una frase e l'altra, sempre il suo respiro

si intravvedono appena le tende muoversi nella brezza serale di un giugno insolitamente fresco.
alle 22:23, guardo l'orologio per conferma, ma sono sicuro, comincia la commedia inesorabile dei vicini, in replica ogni sera. la loro tagliente e ostinata ottusità manda in frantumi ogni pensiero.
la moglie apre il portone, dopo pochi istanti arriva l'auto del marito, chiudono portone e garage, e iniziano a litigare

la mia ultima parola non è mai arrivata, so di essere stanco.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sempre intense le tue righe....come va?
come vedi a volte ritornano (come diceva S.King)

Darksylvia

Auramaga ha detto...

Non ci ho capito niente... è grave?

virginie ha detto...

Brr, bel brivido borghese. Bravo, bonnie

Gianluca ha detto...

@ Sylvia: ritorno graditissimo, grazie di essere passata...
@ Aura: potrei essere più grave io che scrivo :)
@ Virg: un grazie è troppo poco? grazie cara.