lunedì 22 settembre 2008

in memoriam

Aulo Gellio visse nel II secolo dopo Cristo.
Esponente dell'alta società romana, viene ricordato per le sue Noctes Atticae (Notti Attiche), opera in venti libri dove egli, in brevi capitoli, si dedica a compulsare e commentare i libri letti nel corso di una vita della quale non si conoscono che pochissimi dati.
E' un'opera preziosa, spesso unica fonte per documentare l'esistenza di opere andate perdute, delle quali riporta citazioni e frammenti, scritta in uno stile godibile e vivace.

Lo immagino, il vecchio e poco originale Aulo, alla luce di un fioco lume, intento a raccogliere le idee, mentre il pennino crepita sulla pergamena o sul papiro. Non scriveva il pianto che gli bagnava la mente, riversava invece con mentalità quasi medievale le citazioni interrogandole e mettendole a confronto, alla ricerca di un punto di vista più vicino alla verità. Conservando ancora residui della celebre pragmaticità latina, non fu feticista del "libro", ma un "alto-borghese" pronto a sceverare la formazione dal gioco intellettuale.
Lo immagino, sentendomi a lui vicino, divorato da un desiderio di conoscenza il cui senso a volte mi sfugge, ma che spesso non è nient'altro che voglia di dare voce alla mia indignazione.
Eppure, fatta la tara del "classico" pregiudizio dispregiativo sulle masse inadatte alla cultura, quanto poco basta a farlo uomo ben più avanzato e aperto dei nostri contemporanei.
Lascio a lui la parola:
"..ho sempre avuto presente il detto di quel famoso personaggio di Efeso (Eraclito ndt): certamente essere vero che 'le molte conoscenze non arricchiscono lo spirito'; e veramente nello svolgere e percorrere gran copia di volumi, durante tutti gli istanti che potevo sottrarre agli affari, mi sono tormentato ed ho faticato, ma non ricavai da essi che poche cose atte a condurre gli spiriti aperti e ben disposti al desiderio di un'onesta cultura...mi sono limitato a presentare gli elementi e, per così dire, degli assaggi delle arti liberali, quelle arti di cui non è certo inutile e tantomeno sconveniente che un uomo ben educato abbia sentito parlare e si sia occupato." (dalla Prefazione)

Le arti liberali, quelle discipline finalizzate alla formazione di uomini liberi. Reminiscenze scolastiche: per quel tempo erano grammatica, dialettica, retorica, aritmetica, geometria, astronomia, musica.
Forse bisognerebbe ripartire da qui, da un'altra idea di libertà, da un'altra idea della cultura di massa, una cultura che non sia né un lusso né un gioco di società, né tantomeno una merce, ma una necessità, il segno della fine dell'indigenza, utopia del cittadino consapevole e attivo.

E' appena iniziata la scoperta dell'uomo, e già si vuol far credere che non c'è più niente da scoprire. E' un'alba e si cerca di farla passare per tramonto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Parole sante caro Gianluca, sono d'accordo in tutto.

Gianluca ha detto...

grazie per il supporto cara.