martedì 18 dicembre 2007

barfly (o la cosa chiamata poesia/11)

la vita di Borodin


la prossima volta che ascolti Borodin
ricorda che era solo un farmacista
che scriveva musica per distrarsi;
la sua casa era piena di gente:
studenti, artisti, barboni, ubriaconi,
e lui non sapeva mai dire di no.
la prossima volta che ascolti Borodin
ricorda che sua moglie usava le sue composizioni
per foderare la cuccia del gatto
o coprire vasi di latte acido;
aveva l'asma e l'insonnia
e gli dava da mangiare uova à la coque
e quando lui voleva coprirsi la testa
per non sentire i rumori di casa
gli lasciava usare soltanto il lenzuolo;
per giunta c'era sempre qualcuno
nel suo letto
(dormivano separati quando proprio
dormivano)
e siccome tutte le sedie
erano sempre occupate
spesso lui dormiva sulle scale
avvolto in un vecchio scialle;
era lei a dirgli di tagliarsi le unghie,
di non cantare o fischiare
di non mettere troppo limone nel tè
di non schiacciarlo col cucchiaino;
Sinfonia n.2, in si minore
Il principe Igor
Nelle steppe dell'Asia centrale

riusciva a dormire solo mettendosi
un pezzo di stoffa scura sopra gli occhi;
nel 1887 partecipò ad un ballo
all'Accademia di medicina
indossando un allegro costume nazionale;
sembrava finalmente di un'insolita gaiezza
e quando cadde sul pavimento,
pensarono che volesse fare il pagliaccio.
la prossima volta che ascolti Borodin
ricorda....


(Charles Bukowski)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, avrei bisogno di contattarti per e-mail.

Anonimo ha detto...

tony@tonyonthenet.it

virginie ha detto...

wow, bukovski è magari il poeta che preferisco.
il tizio qua sopra te l'ho rifilato io. perdono.

Gianluca ha detto...

niente di male cara...vediamo cosa desidera, se l'hai indirizzato tu posso fidarmi. o no? :) baci.

Anonimo ha detto...

oh. lusingata. ripasserò a leggere