mercoledì 30 luglio 2008

Italia, energia da vendere

Forse qualcuno lo avrà già sentito, se per qualche fortunata occasione avesse seguito Report e/o spulciato alcuni quotidiani locali o le pagine più nascoste di qualche giornale nazionale, ma in genere non se ne trova traccia né scritta né parlata, nessun invitato ai dibattiti pare ne faccia cenno e tantomeno vengono invitati i diretti interessati.

Ma, vegnimo a dir el merito, come diceva Lonardo, rustego goldoniano, in Campania, in provincia di Salerno, in quella regione che si vuol far apparire ad ogni costo ricettacolo d'ogni male, corpo estraneo, mela marcia di una nazione tanto per benino come l'Italia, con la sua pettinatura in ordine, ma che invece dell'Italia è il bagno mai pulito, il ripostiglio, l'ingresso sul retro, l'affluente nascosto (nascosto?), poligono di tiro di una politica indistinta dall'economia, il tutto inteso nella peggiore accezione;
in Campania, dicevo, esiste "un comune, quello di Torraca, dove (cito incollando parti di vari articoli) l’amministrazione ha installato circa 700 punti luce per un investimento, grazie a fondi regionali, inferiori a 300mila euro che si prevede rientreranno entro 6 anni.
Gli impianti sono stati realizzati dalla Elettronica Gelbison di Ceraso (sempre in provincia di Salerno) e dovrebbero generare un risparmio energetico del 65%, una riduzione dei costi di manutenzione del 50% e dell’inquinamento luminoso del 90%.

Questa piccola cittadina sarebbe la prima “Led City al mondo” tanto che Toronto (Canada) che ha un solo parcheggio illuminato a led ha richiesto un gemellaggio con questa cittadina."
Leggete la sezione dei commenti nel sito del comune, una interessantissima rassegna stampa.

Pensate a cosa significherebbe un'operazione del genere su scala nazionale, che enorme risparmio energetico e salvaguardia ambientale/salutare, e a come diventerebbero immediatamente importanti e appetibili le fonti alternative, incidendo su un fabbisogno molto più basso. Sarebbe un'operazione di luminosa intelligenza e di vera politica. Magari si potrebbe capire quanto è idiota cercare nell'uranio un banale sostituto del petrolio, ma più pericoloso e ugualmente esauribile su tempi medio-brevi.
Un paese di normali risorse intellettuali capirebbe subito che, conti alla mano, magari potrebbe anche essere più conveniente e facile da realizzare, con svariati riflessi su occupazione e investimenti, se proprio si volesse insistere a ridurre stolidamente la politica a politica finanziaria.

chiedo a chi è sensibile alla questione di diffondere, nel proprio piccolo, la conoscenza di questi argomenti, e magari di scrivere a qualche giornale.
(ho appena scoperto il sito della FIRE, da non perdere)

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