venerdì 27 luglio 2007

la cosa chiamata poesia/5

Frank Drummer

Da una cella a questo luogo buio -
a venticinque anni la fine!
Non avevo le parole per dire cosa mi si agitasse dentro
e il villaggio mi prese per idiota.
Eppure l'idea iniziale era chiara,
un disegno grandioso e assillante nell'anima
che mi spinse all'impresa di imparare a memoria
l'Enciclopedia Britannica!


Minerva Jones

Sono Minerva, la poetessa del villaggio,
fischiata, schernita dagli Yahoos della strada
per il mio corpo goffo, l'occhio guercio, il passo barcollante,
e tanto più quando "Butch" Weldy
mi prese dopo una caccia bestiale.
M'abbandonò al mio destino dal dottor Meyers;
e sprofondai nella morte, col gelo che mi saliva dai piedi,
come a chi s'immerga più e più in un fiume di ghiaccio.
C'è qualcuno che vada al giornale,
e raccolga in un libro i versi che scrissi?
Ero così assetata d'amore!
Ero così affamata di vita!


Sarah Brown

Maurice, non piangere, non sono qui sotto il pino.
L'aria mite della primavera sussurra nell'erba dolce,
le stelle scintillano, il caprimulgo chiama,
ma tu ti rattristi, mentre la mia anima è rapita
nel Nirvana beato della luce eterna!
Va da quell'anima gentile di mio marito,
che rimugina su quello che lui chiama il nostro colpevole amore : -
digli che il mio amore per te, non meno del mio amore per lui,
ha forgiato il mio destino - che attraverso la carne
ho raggiunto lo spirito, e attraverso lo spirito, pace.
Non ci sono matrimoni in cielo,
ma c'è amore.


Theodore il poeta

Da ragazzo, Theodore, te ne stavi lunghe ore
sulla riva del torbido Spoon
a fissare con gli occhi incavati la tana
del gambero,
in attesa di vederlo, mentre spinge avanti,
prima le antenne ondeggianti, come festuche,
e poi subito il corpo, color steatite,
gemmato con occhi di gaietto.
E ti chiedevi rapito nel pensiero
cosa sapesse, cosa desiderasse, e perché mai vivesse.
Ma poi il tuo sguardo si volse agli uomini e alle donne
che si nascondono nelle tane del destino in grandi città,
per veder uscire le loro anime,
e così capire
come vivessero, e per che cosa,
e perché s'affannassero tanto a strisciare
lungo la strada sabbiosa dove manca l'acqua
quando l'estate declina.


Edgar Lee Masters (1869-1950), Spoon River Anthology (Antologia di Spoon River), ed. BUR

3 commenti:

Anonimo ha detto...

imbarazzata, touchè, grazie.
la mia bellezza non la so vedere, ma i complimenti ho imparato ad accettarli.
però mi fai un pò paura.
mettila così: se c'è una vergine a un milione di chilometri di distanza io la capto con il mio virgodetector.
uno dei miei virgo storici, poi, l'ho visto per l'ultima volta un anno fa: era in un cimitero fiorentino, vivo, perchè recitava in una messa in scena dell'antolgia di spoon river. theodore.
:)
e visto che "il codice dell'anima" è sul mio comodino da sempre, che dici, non ci parliamo più da subito?
michella grata

Gianluca ha detto...

il virgodetector non lo conoscevo. un miracolo della tecnologia. e funziona per davvero...:)

Gianluca ha detto...

tra l'altro, oggi, rileggendo il tuo commento...credo proprio di non aver capito niente. vabbè. colpa dell'inevitabile declino di queste ultime settimane, e soprattutto delle virgole. :)