martedì 24 luglio 2007

trasgressioni

per la prima notte delle due di "libertà" dalla moglie, avevo deciso di fare qualcosa di mai fatto prima, e lasciatemi divertire...ma gli imprevisti...
li avevo visti, al bordo erboso e sassoso della strada, che chiedevano un passaggio
quasi l'una di notte, ad abbiategrasso, però, ed avevo ormai voglia di forzare il mio perbenismo latente facendo due chiacchiere con quella bella peripatetica fiammante giù dal ponte, sempre che stanotte sia lì
però
però mi sono fermato, ho fatto inversione, li ho caricati e addio puttana
"ciao, cosa vi è successo?"
"oh, grazie! abbiamo fuso la macchina, ma a quest'ora non esistono più treni né taxi, incredibile nel 2007"
incredibile mica tanto, mi dico, ma
"eh, già, dove dovete andare?"
"valenza po"
salgono. lei capelli medio lunghi, sui trent'anni, lui sui cinquanta. lei si siede al mio fianco, lui dietro. sembrano stanchi e non so se fumati o bevuti. come me.
"lontanuccio. fino a vigevano posso portarvi. c'è un albergo"
lei e lui si guardano. lei dice
"magari ci fermiamo in stazione e prendiamo il primo treno domattina. sinceramente non sono in condizione di pagare un albergo. e oltretutto sono senza documenti"
uhm. sono tranquillo, sarà per l'effetto del vino e delle due birre bevuti da poco. se solo sapessero che li ho barattati con una potenziale marchetta...però voglio in cambio un briciolo di verità.
"non fate cazzate, faccio kung-fu. come mai sei senza documenti?"
"li ho lavati con i pantaloni"
se sono malviventi, sono pure scemi, sarà per questo che, in fondo, credo siano in buona fede. scemi, ma in buona fede. poi, su radio3 c'è uno speciale su John Coltrane, posso morire felice.
mi chiedono se posso portarli a casa. lo avevo già pensato io, una volta scrutati nel visibile e nell'invisibile, ma fingo di pensarci. per un attimo tocco l'italia che, almeno in queste zone, ha perduto ogni traccia di ospitalità, fiducia, apertura, coraggio e amore per l'uomo. tanto da farmi sentire trasgressivo nel dare un passaggio a due disgraziati, e stancamente conformista a fare il puttan-tour, o un droga-party, o un corona-day.
attraversiamo i paesi della lomellina, strade deserte a finestrini spalancati, racconti e note soffuse, surreali. i due progettano di partire per il messico, in autunno.
"ma non voglio mica pascolare le pecore, altrimenti me ne resto qui"
dice lei, e giù a parlar male della prigione sul po che è il paese in cui si trovano a vivere con le rispettive madri. una fiera una volta al mese e poco altro. messico e riso, che di nuvole, stanotte, non ce ne sono.
soprattutto ascolto i due ospiti e parlo poco, rivelo giusto che ho solo un anno di kung fu alle spalle, e la passeggera, in un moto di buon senso inquietante, afferma che "tanto potrei avere una pistola", allora accendo la luce interna mentre fruga nella borsa per prendere, dice, il quaderno per segnarmi la strada del ritorno. è vero.
dicono che sono stati in giro per milano, per commissioni, tutto il giorno, la macchina è rimasta parcheggiata chissà dove, di nuovo l'indignazione, niente treni, niente taxi. niente cognizione di tempo e luogo, penso io. ingenuità, stanchezza, ribellione slabbrata, chissà.
dimostrano di conoscere i paesi attraversati, mede, lomello, le chiese restaurate, le piazze illuminate e semideserte. mi imbarazzo a sentire la loro gratitudine, ormai siamo complici e mi sembra naturale. a loro no, e penso a come mi sarei sentito al loro posto, o forse a come si sarebbero sentiti loro al mio, o forse a come ognuno si potrebbe sentire al posto degli altri. ma per un passaggio notturno è forse troppo. mi tengo l'imbarazzo, e decido di credere di essere un uomo "di quelli che non credevamo esistessero ancora". la frase originale era più semplice, in fatto di tempi verbali. ma la ricordo così. lui, che gestisce un ristorante, mi ha promesso un pranzo offerto, e una visita nell'albergo collegato che dice essere molto bello. prima dell'autunno però, e del messico. convintissima, lei decanta l'eccezionale bontà delle di lui pizze.
"ti piace spessa o sottile?"
"sottile"
"ecco..." a sottintendere che non sarei potuto cascare meglio. nella vita, in generale, e in questa squinternata notte, in particolare.
li lascio sotto casa di lei, che estrae le chiavi dalla borsa, un portachiavi di finta pelle come tanti, un palazzo come tanti. saluti. (un fatto significativo: i fortunati cui ho raccontato l'accaduto - in maniera molto meno brillante, s'intende - mi hanno chiesto se avessi ricevuto un "rimborso benzina". io nemmeno ci ho pensato)
giro l'auto, alzo il volume, c'è ancora qualche scampolo coltraniano, frammisto ad interviste in lingua originale, fino alle due. al primo bivio sbaglio strada ovviamente, ma mi riprendo subito, in mezzo a lampi di desiderio improvviso. le donne che conosco e che desidero scorrettamente (ricambiato, sussurro, godendo della solitudine silenziosa, nessuno mi può contraddire) e che vorrei con me in certi momenti per non mandare sprecata tanta poesia sono o troppo lontane, o troppo virtuose, o tutte e due le cose. o sono io che non ci so fare. sorrido. e mando a memoria la poesia.
la marchetta è soltanto rimandata, insieme a tutte le mie piccole e grandi meschinità.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

A volte rimandiamo ciò che in fondo non ci convince più di tanto.....eppoi pensiamo....c'è sempre tempo...

Gianluca ha detto...

c'è del vero...e poi le cose vanno come vanno,spesso meglio di quanto si immagini...poco altro da aggiungere...

Anonimo ha detto...

le meschinità sono la cosa più preziosa che possediamo.
si può amare solo quelle, neh?
michella ;)

virginie ha detto...

Tiens, tiens, non passo di qua per qualche giorno e ti ritrovo con un look rifatto. Boh. Quale sarà il confine tra un bel gesto e una meschinità? Bonaventura?

Gianluca ha detto...

oui, c'est moi. mah, ho solo colorato lo sfondo, bianco non mi piaceva, e aggiustato il carattere di un paio di cosette. mi pare gradevole, ma tu hai i gusti difficili, cavolo.
bella questa cosa di due commenti quasi agli antipodi...grazie michella e bentornata cara virg. nelle risposte non sono granché.
@ michella: speriamo.
@ virginie: il confine forse passa nel cuore di chi agisce e negli occhi di chi guarda.
baci.