lunedì 14 maggio 2007

la forza delle idee

sul ponte che attraversa il ramo del naviglio grande all'altezza di abbiategrasso, fermo in coda come ogni sera per tornare a casa, ho visto la vetrina dell'edicola lì vicina e all'inizio ho riso, sembrava la locandina di un nuovo spettacolo dei Legnanesi (nota compagnia teatrale dialettale)
insomma, non ci volevo credere, mentre strabuzzavo gli occhi cercando di mandare giù lo slogan scritto in verde su fondo bianco
"l'è ura de finila"
testuali parole
più sotto, pizzicotto per levarmi l'ultimo brandello di illusione, l'alberto da giussano in spada e ammennicoli blu
il dialetto, questa meravigliosa eredità da salvaguardare, magari evitando di imbottigliarla alle sorgenti del Po, risorsa naturale contro la banalità del linguaggio, mi viene da dire anche contro la banalità del male, se non suonasse tronfio, ed ho peccato di intellettualismo, perché è evidente che il dialetto è stato a lungo l'unica lingua disponibile, con tutti i pregi e i difetti conseguenti, il lusso e l'onere del bilinguismo è arrivato dopo
così, in questa Italia dall'italiano riciclato, smozzicato e ruminato tra riviste, telegiornali e spettacoli di intrattenimento, dove le conversazioni del più e del meno sembrano un'eco illimitata della stessa frase di partenza, e le parole apparentemente moltiplicate all'infinito danno l'illusione dei contenuti, i vocabolari diventano (ritornano?) rivoluzionari con quel loro ostinato riportare tre o quattro significati per parole di cui a stento se ne conosce uno
e il dialetto subisce l'ironia di una sorte amara a piccolo cabotaggio, perché il dialetto non arriva a pensare alla nazione se non per forzature esatte (participio di esigere) dal potere, se non come ri-traduzione da un italiano misero e brutale, distintivo di microappartenenza rabbiosa impermeabile a quella ragione che non si può imporre, vero virginie?
il dialetto appartiene - apparteneva - agli uomini, è - era - quel retorico pezzo di terra che ci si porta dentro, legame materno e paterno, vogliamo dire anche che è figlio della povertà? e una destra tanto stupida da non vedere che già così ci sarebbe conservatorismo da cavalcare per anni inocula odio fresco in quel piccolo mondo dato ormai per spacciato da decenni, odio fresco nella piccola patria cresciuta troppo in fretta degli ignoranti che parlano come mangiano, eppure sapevano guardare all'uomo e non al paese più di quanto le lenti deformanti dell'italiano, di quell'italiano ridotto all'osso dell'imperfetto, sappiano fare. per chi ancora confonde l'intelligenza con l'istruzione.
niente nostalgie di un passato violento e campanilista, ma oggi, almeno, oggi dico, avrebbe potuto esserci una possibilità di recuperare un amore buono, anche attraverso la lingua e il dialetto, verso di noi, un amore costruttivo, la possibilità di un arricchimento, una volta tanto, spirituale, quello dei Porta, dei Belli, dei Tessa, dei Pierro, dei Pasolini, dei Giotti, dei Guerra...invece del solito gioco al ribasso, riflesso del nulla politico
ed è così che, proprio oggi che possiamo permetterci l'onere e il lusso del bilinguismo, e di scartare le bucce del pregiudizio, è già "ura de finila"

5 commenti:

virginie ha detto...

Ciumbia. Che era la parola che avrebbe usato mio padre. virginie, che di dialetto non ne sa mezzo, ma ne capisce quasi due, avrebbe più coerentemente commentato: chapeau. Bonnie (ci sono cascata, ci sono cascata, ci sono cascata: ho affibbiato un diminutivo, per di più orrendo, pure a te. E vabbè), mi sa mi sa che sei un genio. Un filino troppo intellettuale per me, ma pur sempre un genio.

Gianluca ha detto...

...bonnie...o mio dio...peggio poteva andare solo se ci mettevi la "y" finale...non mi merito tanto, nemmeno la definizione troppo generosa di genio e la spina nel fianco di intellettuale. mi piace scrivere e riflettere, dopo aver passato ore a cercare di far quadrare delle somme di numeri. impiego l'intelletto che di solito dorme...

virginie ha detto...

e il sonno della ragione genera mostri...

Gianluca ha detto...

proprio così...ma ho sentito da qualche parte che anche la ragione che non dorme mai può combinare qualche guaio...chissà dove sta la verità.

Gianluca ha detto...

ah, ho dimenticato di aggiungere un sorriso, che in questa giornata di pioggia non guasta. :)
buona giornata Clyde, non fare troppi casini, mi raccomando...