giovedì 24 maggio 2007

memoria corta (niente di nuovo sotto il sole)

Non tutto ciò che ci colpisce ci danneggia; ma l'abitudine al piacere induce all'ira: tutto quello che non è come desideriamo, provoca la nostra collera. Ci comportiamo come i sovrani: anche loro, dimentichi delle proprie forze e della debolezza altrui, danno in escandescenze e infieriscono, come se fossero stati offesi, mentre l'eccezionalità della loro sorte li mette completamente al sicuro dal pericolo di una simile evenienza. Lo sanno bene ma, lamentandosi, cercano l'occasione per fare del male; dicono di essere stati oltraggiati per poter oltraggiare.

Un'analisi penetrante dell'11 settembre, ma non vorrei sembrare banalmente antiamericano. E' che, combinazione, stavo leggendo questo testo proprio in quel periodo.
Chi è? Chomsky? No. Luttwak? Nemmeno. Amartya Sen? Acqua.

Lucio Anneo Seneca, Lettere a Lucilio, V, 48, 19-20

3 commenti:

virginie ha detto...

ancora una volta levo il cappello: mai banale.

Gianluca ha detto...

vuoi farmi diventare virginie-dipendente, vero? beh, ci stai riuscendo benissimo...

virginie ha detto...

hai vinto una frase di jean cocteau: "je sais que la poésie est indispensable, mais je ne sais pas à quoi"